
Il caso
Ritardo referti istologici, gli “007” di Roma negli uffici a Trapani, ma Croce per ora resta al suo posto
La filiera delle responsabilità arriva in assessorato? FdI cauto: prima esito dell’ispezione ministeriale
E’ in corso l’indagine all’Asp di Trapani degli ispettori inviati dal ministero della Salute chiamati a verificare eventuali inadempienze e responsabilità nei ritardi con cui sono stati refertati oltre 3mila esamiistologici, con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 8 mesi per avere il responso.
Gli ispettori hanno cominciato negli uffici la loro istruttoria: raccolta di carte, soprattutto; ma anche qualche testimonianza che riterranno utile a ricostruire il “buco nero” di una vicenda emersa dal caso dell’insegnante di Mazara del Vallo che ha dovuto aspettare otto mesi per l’esito dell’esame istologico per scoprire poi di avere un tumore al quarto stadio. E, come lei, tanti altri casi di pazienti abbandonati senza risposte.
L’arrivo di oggi degli “007” da Roma (dovrebbero restare a Trapani fino a domani) assume un peso decisivo. Dal punto di vista tecnico. Ma anche politico. Il governo regionale ha già sul tavolo la relazione dei propri ispettori. Con un risultato alquanto eloquente. Soprattutto circa le «gravi responsabilità gestionali» in capo alla direzione aziendale, incapace di «porre rimedio con l’adozione di concreti interventi» a una situazione che era nota da diversi mesi.
In croce c’è Ferdinando Croce. Fedelissimo dell’eurodeputato di FdI Ruggero Razza (con il quale condivise, in veste di vicecapo di gabinetto dell’assessore alla Salute, il coinvolgimento nell’inchiesta sui falsi dati Covid), il giovane manager ha scelto sin dall’inizio la strada del silenzio. «Per ora non preoccuparti dell’immagine, pensa a far parlare le carte», il consiglio di chi tiene molto a lui. E che magari adesso confida nella ricostruzione, «più opportuna, perché certamente al di sopra delle parti», degli ispettori ministeriali. Il punto di partenza del ragionamento è che nella relazione commissionata dall’assessorato possano mancare alcuni passaggi della filiera delle responsabilità. A partire da quelle politiche: Croce, come sostengono gli ispettori regionali, dovrà rispondere delle «criticità gestionali, di verifica e di controllo, divenute particolarmente gravi e discendenti dalla sottovalutazione della problematica».
Ma non è soltanto lui a dover dare delle spiegazioni su ritardi e omissioni. Visto che è stato lo stesso direttore generale dell’Asp, lo scorso luglio, a informare i vertici della Salute della situazione di difficoltà. Perché l’ex assessora Giovanna Volo ha ignorato l’allarme arrivato da Trapani? Ed è vero che il dirigente generale Salvatore Iacolino non fosse a conoscenza del contenuto di quella lettera?Qui la potenziale “difesa” di Croce intreccia fattori tecnici e politici. Lo accusano, ad esempio, di aver nominato il direttore sanitario «soltanto nel mese di settembre 2024». Ma lo stallo è dovuto alle scelte della maggioranza, che soltanto a quella data ha sbloccato le nomine; e, mentre altrove sono andati avanti con i vertici in carica, a Trapani il posto è rimasto vacante perché l’ex direttrice sanitaria Maria Grazia Furnari era stata designata, a giugno, come manager del Policlinico di Palermo. Un intreccio, nel giro di valzer della sanità regionale, che arriva fino a Daniela Faraoni. Oggi capace, da assessora, di prendere in mano la situazione e di azzerare i ritardi sui referti con un «piano straordinario» che «ha funzionato». Eppure, nel ruolo di manager dell’Asp di Palermo, la stessa Faraoni – sostengono a Trapani – l’anno scorso ignorò, così come altri colleghi, la richiesta di aiuto di Croce.

Riusciranno gli emissari del ministro Orazio Schillaci (affiancati da tre funzionari dell’assessorato) a ricostruire l’intera catena delle responsabilità senza guardare in faccia nessuno? Da Piazza Ottavio Ziino trapela serenità: l’ispezione, peraltro affidata «a un organismo esterno al dipartimento», s’è basata su «un’oggettiva ricostruzione documentale». Che inchioderebbe Croce. Cosa aspetta allora Renato Schifani? Il governatore ha le idee chiare sullo scandalo dei referti: c’è bisogno di «un passo indietro» di Croce. Il quale, però, resta al suo posto. Pur non avendo la totale copertura del suo partito (alcuni meloniani gli rinfacciano anche altre «leggerezze», fra cui le spese in comunicazione per l’Asp di Trapani in eventi alle Eolie, pur col patrocinio dell’assessorato; ma soprattutto le mancate dimissioni, dopo la nomina a manager, dal ruolo di assessore a Giardini Naxos), il manager vuole giocarsela ai tempi supplementari.
«Aspettiamo di leggere l’esito dell’ispezione ministeriale» è la linea di Luca Sbardella, commissario regionale di FdI, che sul tema s’è confrontato con Palazzo d’Orléans. Un approccio laico, con risolutezza ma senza difese d’ufficio, anche perché il proconsole meloniano è stato spedito in Sicilia anche per risolvere i pasticci dei suoi su altri settori.Il verdetto, dunque, resta sospeso. E dipenderà molto dal “referto” del ministero. Sperando che non arrivi, pure questo, in forte ritardo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA