Il mondo della medicina e chirurgia estetica è diventato un Far West. Quotidianamente è alimentato dall’arma dei social e del web. Cresce a ritmi vertiginosi il numero delle strutture abusive, ma anche di medici “autocertificati” chirurghi plastici che esercitano abusivamente. Sempre più centri clinici o ambulatoriali che offrono in Italia interventi ricostruttivi o di miglioramento fisico, in Italia, sono sprovvisti delle autorizzazioni. L’obbligo di avere le carte in regola è anche in capo al camice bianco, che deve avere la specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Senza le (doppie) carte in regola si è abusivi. Senza giri di parole. Dalle prime informazioni che arrivano da Roma, Margherita Spada sarebbe finita in un luogo dove mancavano entrambi i requisiti. Ma la certezza arriverà dagli accertamenti che stanno eseguendo i militari del Nas su delega della procura capitolina che ha aperto l’inchiesta sulla morte della giovane lentinese.
I controlli del Nas
Dati alla mano, come pubblicato su Il Messaggero, su 125 studi di chirurgia estetica controllati dai Nas nel 2024 in Italia circa la metà erano irregolari. E in Sicilia non va certamente meglio: in una vasta operazione conclusasi in primavera condotta dal nucleo antisofisticazione e sanità furono messi i sigilli a diversi “case della bellezza” a Palermo e Catania.Un fenomeno dilagante che va in linea con un boom di domanda. Lo scorso maggio, a Roma, a lanciare l’allarme sono stati gli stessi professionisti del settore nel corso del congresso della Società Italiana di Medicina Estetica. Il volume di affari in questo campo è di circa 14 miliardi di dollari movimentati da tutto l’indotto nel 2022 e una stima vede toccare i 23,4 miliardi entro il 2027. Secondo i dati del rapporto 2023 dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery, l’Italia è il Paese dove si fanno più trattamenti estetici: oltre 34,5 milioni di procedure. Numeri alimentati da una vita sempre più esposta mediaticamente al giudizio degli altri.
I dottori-influencer
Questo fattore, con il ruolo fondamentale dei social dove sempre più dottori-influencer promettono miracoli estetici a prezzi low-cost, spinge a ricorrere alla chirurgia plastica. «Un così grande aumento del ricorso alla medicina estetica rappresenta un serio problema – ha commentato il presidente della Sime, Emanuele Bartoletti – perché aumentano di conseguenza i rischi di incontrare medici eccessivamente accondiscendenti o, peggio, persone non qualificate che senza alcuno scrupolo eseguono trattamenti privi di senso».La società scientifica di riferimento della categoria, la Sicpre, sta valutando una contromossa da avviare sullo stesso terreno di gioco. I social sono senza regole: vetrine, profili, video. «Dobbiamo informare anche noi su questi canali, ma non dicendo come siamo “bravi” ma orientando i pazienti verso scelte sicure e consapevoli», ha detto il presidente Cosmo Maurizio Ressa. Un ritocco di chirurgia estetica non è un vestito da mettere una sera. Scegliere le mani giuste a cui affidarsi in sala operatoria è una scelta di vita.