Cronaca
Rifiuti, finita la gestione emergenziale ma la Sicilia resta una pattumiera: cosa cambia per discariche e Comuni
PALERMO – Da ieri la Sicilia è fuori dalla gestione emergenziale dei rifiuti. Un percorso a ostacoli a base di emergenze, ancora lontano dall’essere concluso, e che si era avviato nel 1999 quando ebbe fine il modello standard storico di una discarica per ogni comune. A quel punto fu introdotto un sistema di gestione sulla base di quanto affermava il decreto Ronchi del 1997. Ma non tutto fu rose e fiori. Anzi. L’ampia collezione di ordinanze per decenni che si è sviluppata, in particolare dal settembre del 2013, rappresenta la testimonianza più chiara del caos rifiuti di questi anni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la Sicilia è ancora una pattumiera, il ciclo rifiuti si inceppa ancora continuamente, le discariche abusive disseminate lungo strade e stradine dell’Isola vengono quotidianamente alimentate da incivili e mai bonificate, accanto ai cassonetti spesso sorgono microdiscariche di rifiuti ingombranti mai raccolti. E basta dar un’occhiata alla nostra sezione LO DICO A LA SICILIA per rendersi conto di quanto il problema sia serio.
Ma la straordinarietà, almeno così pare, ha concluso il suo corso. Niente più proroghe dunque.
Alla fine degli anni 90 dagli enti locali le competenze passavano agli Ato con i quattro termovalorizzatori previsti in epoca cuffariana avrebbero dovuto chiudere il ciclo dei rifiuti. La storia invece è stata un’altra, fatta di crisi gestionali ed economiche delle società di gestione e di fasi emergenziali che hanno rappresentare un’unica eterna tessera nel mosaico delle soluzioni-tampone.
Oggi viene meno di fatto il regime di deroghe per il conferimento in discarica e gli impianti, anche se inizialmente gli enti locali continueranno a usare le procedure ex art.191, ovvero le ordinanze contingibili e urgenti, fino a quando almeno non si saranno espletate le gare. Con il minore apporto nelle discariche siciliane (tra il 20 e il 30% di indifferenziato), gli indici respirometrici rientrano al loro posto; la differenziata al 31 dicembre 2018 si piazza al 31,3 (dati validati e pubblicati). L’anno in corso invece tende, ufficiosamente, a consolidare i dati. Dagli uffici si pensa di avere intercettato una media tra il 37 e il 38% di differenziata. Tutto questo ha reso possibile il ritorno alla gestione ordinaria. Un primo passo sostanziale a marzo era stato compiuto con la scadenza dei commissari nelle Srr, un modo per dare agli enti locali la responsabilità di quello che c’era da fare.
Va meglio anche per quanto riguarda le strutture di compostaggio con la situazione di criticità che riguarda l’impianto di Marsala (Sicilfert) più vicina a una soluzione e quello di Sciacca pronto a tornare operativo. Domani avverrà la consegna del Tmb (trattamento meccanico biologico) di Enna, chiuso da alcuni mesi, con l’apertura della discarica di Cozzo Vuturo che con alcuni interventi potrà trattare, in futuro, anche organico. Un modo per rendere il territorio dell’intera provincia interna della Sicilia autonomo nelle gestione pubblica.
Nel processo di transizione del governo dei rifiuti nell’Isola, con la legge di settore che nella prossima settimana dovrebbe completare il percorso degli emendamenti prima di arrivare in Aula, spunta anche una direttiva firmata da Alberto Pierobon che invita i liquidatori delle società d’ambito a trasferire i beni « funzionalmente vincolati al servizio pubblico essenziale alle Srr».
Un fatto reso possibile dal D.lgs 3 aprile 2006 n. 152 che disciplina il conferimento in comodato dei beni assegnati del servizio. Anche la Corte dei Conti con una delibera del 2017 aveva messo a fuoco il problema del trasferimento dell’impiantistica e la «voltura dei provvedimenti autorizzatori». I beni vincolati alla funzione del servizio in sostanza rimangono a disposizione di chi dovrà occuparsi della gestione. Puntualizzazioni che si sono rese necessarie nel dedalo intricato di fallimenti societari, sovrapposizioni di commissariamenti e quanto di altro ha ingolfato il meccanismo della transizione nel sistema rifiuti.
Prosegue inoltre sul Piano rifiuti il confronto con il governo nazionale e la Ue: l’assessorato di Viale Campania ha risposto alle osservazioni definendo meglio alcune tabelle e i passaggi dell l’iter verso l’approvazione finale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA