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Riecco l’Etna, nono e decimo parossismo in sequenza: fontane di lava e ancora cenere

Di Redazione |

CATANIA – L’Etna irrequieto ha dato vita in poche ore al nono e al decimo evento parossistico (dal 16 febbraio scorso) per poi carlmarsi nuovamente. Lo spettacolo è cominciato di notte, annuncianto con un aumento del tremore a partire dalla dall’1.30 circa. Mezz’ora dopo, dal cratere di Sud-Est, è cominciata un’attività stromboliana accompagnata da emissione di cenere. Lo stesso fenomeno, ma di minore intensità, è stato osservato dalla “Voragine” dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania.

L’attività stromboliana del Sud-Est alle 3.20 circa si è trasformata in una fontana di lava, accompagnata da un trabocco lavico e da un ulteriore graduale aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico, la cui sorgente è stata localizzata dall’Ingv-Oe di Catania in corrispondenza dello stesso cratere a quasi 3.000 metri.

L’attività è rallentata dopo una ventina di minuti, subendo un ulteriore calo dopo le 4.15, facendo anche registrare una riduzione dell’attività infrasonica, sia nel tasso di accadimento che nell’ampiezza dei segnali. Un’ora dopo anche l’attività stromboliana al cratere di Sud-Est si è notevolmente ridotta, mentre è rimasto attivo il trabocco lavico che si dirige verso la desertica Valle del Bove.

«Ma attenzione, non è finita, il grosso deve ancora arrivare – aveva scritto il vulcanologo Boris Behncke sulla sua pagina Facebook – . Tanto in questo momento (ore 07:52 del 4 marzo 2021) l’attività al Cratere di Sud-Est sta nuovamente aumentando».

«Ci sono stati altri parossismi che hanno avuto un andamento un po’ … diverso. Quello del 30 luglio 2011, che voleva partire di mattina, con attività stromboliana e trabocco lavico, che però è partito davvero solo in serata. Quello del 16 aprile 2000, che aveva pure quella bocca alla base del Sud-Est, il “Sudestino”, e ci ha messo tanto per partire».

E così è arrivata la decima eruzione, a conferma che il vulcano ha un carico notevole di energia interna da “scaricare” all’esterno. Fontane di lava, alte circa 300 metri, dalle 9 circa fuoriescono dal cratere di Sud-Est, accompagnata dall’emissione di un’alta nube di cenere lavica. Il fenomeno, evidenzia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania, è stato preceduto da un’attività di spattering dalla “bocca” posta alla base del cratere di Sud-Est, che continua ad alimentare una colata che si riversa nella Valle del Bove. Persiste un’attività esplosiva alla “Voragine” con emissione di cenere e un degassamento sostenuto al cratere di Nord-Est.

L’attività dell’Etna finora non ha impattato sull’operatività dell’aeroporto internazionale di Catania, ma un’alta colonna eruttiva di circa 12 chilometri ha minacciato una nuova caduta di cenere. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania segnala anche che prosegue l’attività effusiva, che rimane confinata nella desertica Valle del Bove, ma con la colata che è ben alimentata. Il tremore vulcanico, molto elevato, ha sorgenti sotto il cratere di Sud-Est, dove sono localizzati anche gli eventi infrasonici che, per numero e frequenza, rimangono elevati.

Poco prima delle 12 è cessata l’attività di fontane di lava al cratere di Sud-Est dell’Etna ed è rimasta una debole attività di emissione di cenere. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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