Ricordate di spostare le lancette dell’orologio: potrebbe essere l’ultima volta

Di Redazione / 26 Ottobre 2018

Dopo sette mesi di ora legale, domenica 28 ottobre tornerà l’ora solare: alle ore 3.00 ricordate di spostare un’ora indietro le lancette degli orologi. L’ora legale dovrebbe tornare in vigore dal prossimo 31 marzo 2019, ma il condizionale è d’obbligo perché l’addio al passaggio tra ora legale e solare e viceversa sembra essere quasi deciso: la Commissione Ue ha recentemente presentato una proposta per abolire il cambio d’ora, su spinta di una consultazione pubblica massicciamente
guidata da Germania e Paesi del Nord dove l’84% ha chiesto la fine del sistema in vigore. Spetterà però ai Paesi decidere se
adottare tutto l’anno l’ora solare o quella legale, in quanto la scelta del fuso orario “è competenza nazionale”, mentre Bruxelles può solo stabilire se si effettua o meno il cambio d’ora. Un paradosso che potrebbe portare i 28 ad abbracciare fusi orari differenti dagli stati vicini o comunque da quelli attualmente in vigore, vanificando il senso ultimo della direttiva Ue del 2000: armonizzare i sistemi per facilitare trasporti, comunicazioni e così via all’interno dell’Unione.

Grazie però proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia – secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale – ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 290 mila tonnellate. Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è pari a circa 111 milioni di euro.

Nei mesi di aprile e ottobre, prosegue Terna, si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più «corte» in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo.

Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto «ritardo» nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

Dal 2004 al 2018, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.

Nonostante ciò l’Europa vuole cambiare.  «I cittadini vogliono questo, quindi lo faremo», aveva detto a fine agosto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. In effetti mai nella storia delle consultazioni pubbliche Ue erano stati ricevuti a Bruxelles così tanti contributi, 4,6 milioni dal 3 luglio al 16 agosto. Di questi, però, ben 3 milioni, cioè circa i due terzi, erano tedeschi. E anche secondo un insolito sistema di rappresentazione basato sulla percentuale tra numero di risposte e numero di abitanti per Paese, la Commissione aveva evidenziato ugualmente che il più alto tasso di partecipazione al sondaggio è stato quello dei Paesi del Nord guidati dalla Germania con il 3,79%, seguita da Austria (2,94%), Lussemburgo (1,78%), Finlandia (0,96%) ed Estonia (0,94%).

La questione era stata per la prima volta sollevata a Bruxelles dalla Finlandia lo scorso autunno, dopo una petizione per l’abolizione del cambio d’ora che aveva raccolto 70mila firme, a cui si erano poi aggiunte Lituania ed Estonia con il sostegno di
Polonia e Svezia. Il caso è approdato al Parlamento europeo, che lo scorso febbraio ha bocciato una risoluzione per l’abolizione del sistema ritenendo che non ci fossero evidenze scientifiche chiare né a favore né contro tra effetti su salute, risparmio energetico o sicurezza stradale. Da qui il mandato alla Commissione che ha deciso per l’abolizione.

Il sondaggio italiano

Il 54% degli italiani è favorevole al mantenimento dell’ora legale tutto l’anno, mentre il 46% preferisce l’ora solare. L’80% è comunque soddisfatto dell’ora solare. E’ il risultato di un sondaggio condotto dalla società di analisi e valutazioni economiche Izi che ‘interrogatò sul tema un campione rappresentativo di oltre mille cittadini. Alla domanda «lei è a favore dell’attuale regime orario nazionale articolato in ora solare in inverno e ora legale in estate?», l’80% delle persone sentite ha detto sì. Al quesito «se, come da proposta della Commissione Europea, fosse adottato un solo orario per tutto l’anno quale preferirebbe?» il gruppo intervistato si è diviso in parti pressoché uguali 54% a favore dell’ora legale 46%, a favore di quella solare.

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