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Regione, la Corte Costituzionale ha bocciato la legge di riforma degli appalti

Di Redazione |

PALERMO «La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la legge regionale sugli appalti. Mi auguro che colui che dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia, creando un grave danno alle imprese ed al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni».

Lo ha reso noto il parlamentare regionale del Pd, Antonello Cracolici. La pronuncia della Consulta sulle norme contenute nella legge regionale 13 del 19 luglio 2019 in materia di appalti risale a qualche giorno fa. Il provvedimento era stato impugnato dal Consiglio dei ministri davanti alla Corte costituzionale. «In aula – spiega Cracolici – avevo sottolineato che sul sistema di aggiudicazione degli appalti la Regione non aveva alcuna competenza per intervenire perché riguardava la materia della concorrenza, e per questo doveva attenersi alla legislazione statale». 

«La pronuncia della Corte costituzionale sugli appalti non ci sorprende per nulla. La solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente dal giudice del leggi. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile» ha detto il segretario regionale del Pd della Sicilia, Anthony Barbagallo, commentando la sentenza 16/2021 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della «riforma» del Codice degli appalti voluta da Musumeci.

«Insomma un governo che anziché risolvere i problemi – prosegue Barbagallo – genera confusione, contenziosi e risarcimenti del danno. Mandando letteralmente in tilt il sistema, le stazioni appaltanti, i comuni e le imprese. Il Pd ha votato contro in commissione ed in Aula all’Ars, lamentando l’evidente illegittimità della norma. Musumeci, giunto al 4 anno di legislatura, dovrebbe concentrarsi di più per governare la Sicilia – conclude il segretario regionale dem -, ascoltando anche i suggerimenti che provengono dall’opposizione, anziché pensare solo agli annunci e alle conferenze stampa che ricordano tanto passerelle d’altri tempi».

«Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale – ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato. Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano. In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese. Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere. Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l’argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA