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Regione, formazione e Piano Giovani

Regione, formazione e Piano Giovani in Sicilia i conti non tornano più

«Per pagare i contenziosi con gli enti previsti 62,7 milioni»

Di Mario Barresi |

CATANIA. Nostalgica quanto avventata. Forse un po’ mammona, ma di certo tradita. Dalla sua terra. È Barbara, una giovane catanese che fa la commessa in Irlanda, il simbolo in carne e ossa di un pasticcio di numeri e scartoffie. Appena tagliato il traguardo virtuale del click day, nell’afosa estate di “scilabriana” memoria, il nostro cervello (piuttosto ingenuo) in fuga pensò bene di comprare subito un biglietto aereo sul web. Dublino-Comiso, solo andata. Inseguendo un sogno piccolo ma dietro l’angolo: tornare a casa un tirocinio in azienda, magari confidando in una futura assunzione. Niente di tutto ciò: quell’esperienza non è mai partita.

E c’è voluto un altro biglietto: Comiso-Dublino, solo andata. Per ricominciare a sistemare maglioni negli scaffali, in attesa di qualcosa di meglio. Nell’Isola dei fumosi, Barbara, non tornerà più. Ma a non tornare sono soprattutto i conti del Piano Giovani. Perché, denuncia #DiventeràBellissima, le risorse che in Sicilia serviranno a coprire i contenziosi con gli enti di formazione «sono molti di più dei 22 milioni sottratti ai tirocini». Quella del movimento di Nello Musumeci non è una previsione sulla palla di vetro, ma una constatazione «sulle carte che lo stesso governo regionale ha firmato».

E la portavoce Giusy Savarino sbandiera gli allegati alla delibera “incriminata”, nei quali «il fabbisogno già quantificato è di oltre 62 milioni, tolti al futuro dei giovani siciliani per riparare ai disastri del governo Crocetta». Un pasticcio che, come è stato annunciato ieri nella conferenza stampa nella sede catanese dell’Ars, avrà almeno altri due strascichi. Uno giudiziario, con l’associazione dei consumatori “Codici” che sta per «consegnare un esposto aggiuntivo alla Procura di Palermo sugli ultimi scempi del Piano giovani». L’altro è una class action che la stessa “Codici”, rivela il presidente Manfredi Zammataro, sta promuovendo «fra le migliaia di destinatari delle misure del Piano, beffati da ritardi ed esclusioni».

Sembravano essere esaurienti le spiegazioni dell’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano: «Nemmeno un euro distolto dal Piano giovani», aveva detto replicando alla denuncia della Cgil. Ma ieri la contro-verità del movimento del presidente dell’Antimafia all’Ars. «Le giustificazioni dell’assessore Marziano non fanno altro che confermare i nostri dubbi. I fondi sono stati dirottati dal Piano Giovani per pagare i debiti della Regione e i tirocini promessi ai ragazzi sono a rischio», dice Giusy Savarino, portavoce di #DiventeràBellissima. «Dai 452 milioni destinati al Piano in Sicilia, il governo nazionale ne ha già tolti 112 perché il governo regionale non è stato capace di impegnarli». E questo si sapeva già. Ma la doccia gelata arriva dai fondi che serviranno per contrastare i contenziosi in corso con gli enti di formazione: «La previsione messa nero corse durante durante la fase iniziale della procedura» e dunque da «notevoli criticità che hanno ritardato l’attuazione dell’azione».

Nel frattempo la priorità 3 (“Formazione giovani” destinata ai tirocini inzialmente per addirittura 35mila giovani con 336,8 milioni di risorse complessive, poi ridotte a 310 milioni), «risulta ad oggi inadeguata, a fronte di ulteriori esigenze sopravvenute» – si legge in un altro allegato, la “Proposta di riprogrammazione finanziaria del Piano Giovani” – con «una serie di contenziosi in atto fra la Regione e gli enti di formazione», scenario che «potrebbe portare a un fabbisogno totale notolmente superiore, tale da assorbire interamente le risorse del Piano». Ma «notevolmente superiore» quanto? Una stima c’è nell’allegato 2, dove si legge di un«fabbisogno totale di 372.704.702,70 euro».

E cioè 62,7 milioni in più rispetto alla dotazione di 310. Tanto da far gridare allo scandalo anche il compassato Ruggero Razza, responsabile organizzativo di #Diventerà- Bellissima: «Una scelta eticamente insopportabile, quella di destinare le risorse per creare lavoro al pagamento dei debiti colpevolmente creati dalla Regione». Una scelta che, ricorda il deputato Gino Ioppolo, «significa pagare un debito fuori bilancio con i soldi di Bruxelles» con uno «scontato rischio di infrazione comunitaria» oltre che «materia da Corte dei conti». Se fosse davvero così, più che un bluff sarebbe un disastro.

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