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Quindici anni senza Angelo D’Arrigo, l’uomo nato per volare

Di Saro Laganà |

Sono trascorsi esattamente 15 anni da quando Angelo D’Arrigo ci ha lasciati. Il 26 marzo del 2006, infatti, il famoso aviatore e deltaplanista catanese, detentore di diversi record mondiali, perdeva la vita precipitando con un velivolo durante una dimostrazione a Comiso. Il ricordo di Angelo D’Arrigo è sempre vivo nei familiari e negli amici, ma anche in chi ha sempre ammirato un uomo straordinario che con le sue incredibili imprese sportive è arrivato davvero sul tetto del mondo.

“Nel 2001 – spiega il figlio Gabriele, presidente dell’associazione sportiva Etna Fly – papà ha sorvolato il Sahara e il Mar Mediterraneo seguendo la rotta dei falchi migratori. L’anno dopo è stato protagonista della traversata in deltaplano della Siberia. Il 24 maggio 2004, con l’Icaro Stratos, modello di deltaplano ad ali rigide, ha conseguito un altro record mondiale, sorvolando l’Everest a circa 9mila metri di altezza. In tale circostanza è stato costretto a sopportare una temperatura di poco più di 50° sotto zero. Era comunque preparato sia fisicamente e sia psicologicamente per affrontare questa impresa memorabile”.

“Mio padre, grazie anche al volo – conclude Gabriele – mi ha insegnato a vedere il mondo da una angolazione diversa. Bisogna cambiare prospettiva per conoscere veramente le cose. Da lui ho imparato che è necessario apprezzare tutto dalla Natura e rispettarla, così come bisogna rispettare anche l’uomo. Non dare mai niente per scontato e non guardare mai qualcuno dall’alto verso il basso, tranne che per aiutarlo a rialzarsi. Mio padre resterà sempre nel mio cuore e in quello di chi lo ha ammirato, perché lui era veramente un grande uomo, al di là dei tanti record in ambito sportivo”.

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