Catania – Come era prevedibile, piovono critiche e polemiche sull’ospitata a “Porta a Porta”, dI Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina. Nella puntata andata in onda ieri sera, Bruno Vespa ha intervistato, in una registrazione fuori dallo studio, il figlio del Capo dei Capi sull’uscita del libro “Riina Family Life”. La prima ad indignarsi sulla inopportunità di ospitare il figlio di Riina, era stata la sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria: Ed è stata soltanto la prima di una lungo elenco.
A Catania in particolare questa mattina ad insorgere è stata anche Angelina Sciacca, titolare, insieme alla sorella Maria Carmela, della libreria indipendente “Vicolo stretto” di via Santa Filomena, che ha esposto un cartello nella vetrina del negozio per comunicare che si rifiuterà di vendere il libro di Riina jr. La signora Sciacca ha postato la foto su Fb scrivendo:”In questa libreria non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina”, aggiungendo poi in un altro post: “Adesso chiedo a tutti i miei colleghi di affiggere lo stesso cartello”! «Nel nostro paese – affermano le due sorelle – serve più memoria storica: è il salvadanaio del nostro spirito. Non dobbiamo dimenticare le stragi di Capaci e Via D’Amelio, l’omicidio di Pippo Fava. Non possiamo accettare che il figlio di Riina vada in tv a dire quelle cose su suo padre». Il cartello postato sulla bacheca di Facebook ha superato in poche ore le diecimila condivisioni, tanti i messaggi di stima e di incoraggiamento, ma c’è anche chi pensa possa essere una trovata pubblicitaria». Maria Carmela Sciacca, che con la sorella ha aderito ad Addiopizzo, spiega anche le motivazioni di questa scelta :«Un anno dopo la nostra apertura – spiega subito al telefono Maria Carmela – abbiamo ricevuto la visita sgradita di due uomini. Il messaggio era chiaramente un avvertimento mafioso. Hanno detto che sarebbero ripassati, per fortuna non è successo, ma noi avremmo detto di noi». E i libri di Bruno Vespa? “Per carità – conclude – non li abbiamo mai ordinati. Non ci interessano».
Tra i tanti indignati per quell’intervista in cui Salvatore Riina jr non ha affatto preso le distanze dal padre, in carcere perchè ritenuto responsabile delle più importanti stragi di mafia degli anni 90, ma anzi ha ribadito l’amore e il rispetto per il genitore, c’è anche Fabrizio Famà, figlio dell’Avvocato Serafino Famà, brutalmente assassinato a Catania da mano mafiosa nel Novembre del 1995. «Io Fabrizio Famà – scrive sul suo profilo Fb – chiedo le dimissioni di Bruno Vespa e la sua interdizione dalla Televisione Pubblica di Stato. È oltraggioso – aggiunge – nei confronti del sangue versato da mio padre, da Falcone, da Borsellino, da Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e da tutte le vittime delle stragi mafiose e della criminalità organizzata, di cui si sono macchiati esseri immondi ed ignobili come Riina, Provenzano e i Casamonica che vada in onda una trasmissione televisiva di una emittente di stato in cui viene intervistato il figlio, mafioso a sua volta, di un feroce e spietato assassino, che è arrivato a sciogliere i bambini nell’acido, perché ha scritto un libro nel quale descrive il padre come un uomo affettuoso ed amorevole, che brindava mentre venivano innescati i detonatori di Capaci e di Via D’Amelio». «Pertanto ribadisco – conclude Fabrizio Famà – che Vespa debba dimettersi o essere licenziato e allontanato dalla Rai».
Anche il sindaco di Corleone Leoluchina Savona e la giunta, in una nota, manifestano “costernazione e indignazione”, per l’intervista a Salvatore Giuseppe Riina.«ll fatto – dicono – appare lesivo dell’immagine della collettività di Corleone, che da anni cerca di scrollarsi la nomea di città capitale della mafia, e che da sempre è stata impegnata a promuovere attività ed eventi, volte al contrasto dei fenomeni mafiosi, della criminalità organizzata e dei fenomeni di illegalità. Le amministrazioni Comunali degli ultimi decenni, hanno puntato sulla formazione di una cittadinanza attiva, raggiungendo una crescita culturale e sociale di particolare pregio, l’intervista di Bruno Vespa al figlio del boss Riina e la promozione del libro ‘Riina Family Life”, ha sconvolto e rinnovato il dolore a migliaia di persone, vittime di mafia, rendendo vano il sacrificio di tanti eroi antimafia, ha inoltre offeso migliaia di disoccupati onesti che assisteranno alla vendita del libro i cui proventi entreranno nelle tasche di mafiosi». «Corleone si dissocia dall’operato della Rai dice la giunta e invita la commissione di vigilanza a fare chiarezza sulla vicenda e Salvatore Giuseppe Riina “a prendere distanza dall’operato del padre e dei mafiosi».