CATANIA – E’ già stata avviata un’indagine a doppio binario da parte degli investigatori della Digos dopo gli episodi che hanno rischiato di accendere e far degenerare, domenica sera, la protesta degli esercenti in via Etnea. Da una parte si cercherà di individuare – a dispetto di tute nere con cappuccio e mascherine indossate per l’occasione – coloro i quali hanno fatto esplodere tre bombe carta in zona prefettura (in un caso ferendo lievemente un cameraman di Rei Tv) e altre quattro nell’area dei “Quattro canti”, pochi minuti dopo; dall’altra di prevenire ulteriori azioni che potrebbero portare a possibili disordini, in questa occasione sventati grazie alla professionalità di chi indossava la divisa e pure dalla predisposizione da parte di coloro i quali, dopo un passaparola sui social, hanno voluto dare vita alla manifestazione di protesta.
Bisogna comunque discernere fra la protesta pacifica e quanto avvenuto poco dopo le 23 sempre nella zona della prefettura. A un certo punto, infatti, alle spalle degli operatori del settore, mentre in zona si muovevano appartenenti ai gruppi di sinistra e a quelli di destra, che comunque non hanno creato alcun tipo di problema, si sono materializzati alcuni giovani in tuta scura che, secondo fonti investigative, apparterrebbero a gruppuscoli non particolarmente accreditati e comunque a matrice delinquenziale del tifo da stadio. Nessuna collocazione, al momento, nelle aree ultrà storiche di Curva Sud e Curva Nord, ma la loro estrazione sarebbe proprio quella.
Mentre i manifestanti dialogavano con le forze dell’ordine, da questo gruppo è partita una prima bomba carta che è passata sulle teste degli esercenti ed ha poi provocato il fuggi fuggi generale prima dell’esplosione. Altre due bombe carta sono state fatte esplodere poco dopo.
Dopo un momento di disorientamento proprio dai manifestanti si è levata la voce di forte dissenso verso quel gesto comunque violento e ostile, che poteva determinare una reazione da parte delle forze dell’ordine. La reazione di polizia e carabinieri per fortuna non c’è stata e alla fine sono stati alcuni esercenti ad inseguire i “disturbatori”, che poi sembra abbiano proceduto a un regolamento di conti fra loro, visto che la presenza di personale Digos, telecamere e forze dell’ordine in generale poteva creare problemi ai “facinorosi” già conosciuti per altri episodi dello stesso tenore, ma magari avvenuti in zona stadio.
Per quel che riguarda l’identificazione dei “disturbatori”, “fomentatori (d’odio)” o chiamateli come volete – anche se come detto è convinzione di chi indaga che si tratti di “teppisti da stadio”, sulla base dei primi elementi sviluppati – ci sono buone speranze di arrivare a coloro i quali hanno dato fuoco alle polveri: la zona è ampiamente coperta da telecamere per la videosorveglianza e, alla fine, magari grazie all’ausilio di qualche filmato che nelle ore successive alla manifestazione è stato postato sui social o sui giornali online, a qualche nome si potrebbe e dovrebbe arrivare.
Per il resto si continuerà a monitorare i vari ambienti da cui potrebbero nascere nuove iniziative di dissenso, anche se a un giorno dai tafferugli di via Etnea (fra esercenti e provocatori, ma anche fra gli stessi provocatori, che all’improvviso si sarebbero schierati su posizioni differenti) sembra che sia possibile escludere, almeno in questo momento, un ruolo di fomentatori da parte degli estremisti di destra e di sinistra, che sono stati notati ai margini del gruppo composto da chi protestava, e pure soggetti vicini alla criminalità organizzata. Che, come è stato più volte ribadito, col lockdown e con i suoi effetti ha potuto e potrà guadagnare sia allorquando c’è stato e ci sarà da sostenere economicamente imprenditori in difficoltà – si chiama usura, per essere chiari – sia quando si dovrà prendere parte attivamente alla fase della ripartenza, che in questo momento appare lontana, lontanissima, ma con cui prima o poi dovremo fare positivamente i conti.
Intanto per oggi e per gran parte del prossimo mese resta la situazione di grande difficoltà da parte degli appartenenti alle categorie più colpite dal decreto del premier e che in qualche modo dovranno riuscire a sbarcare il lunario. E poi resta anche il ferimento del cameraman di Rei Tv, che soltanto per una serie di coincidenze favorevoli non si è trasformato in qualcosa di molto più grave.