PALERMO – Comincerà il 25 febbraio, davanti alla prima sezione della corte d’appello di Palermo, la requisitoria della Procura generale al processo a carico dell’ex ministro Dc Calogero Mannino, accusato in un dibattimento stralcio di quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, di minaccia a Corpo politico dello Stato. Mannino, che ha scelto il rito abbreviato, in primo grado è stato assolto.
All’udienza di oggi si è svolto un confronto tra i pentiti Giovanni Brusca e Gioacchino La Barbera che avevano dato versioni diverse sulla data in cui, su ordine del boss Totò Riina, si sarebbe dovuto eliminare Mannino. Nella tesi dell’accusa l’ex ministro, che dopo una serie di segnali intimidatori temeva per la sua vita, grazie alle sue relazioni con l’ex capo del Ros Antonio Subranni, processato nel dibattimento principale e condannato, avrebbe dato input al dialogo tra pezzi dello Stato e la mafia. Le istituzioni in cambio di un allentamento della politica di contrasto ai clan avrebbero ottenuto la cessazione della stagione stragista. Il processo principale, che vedeva imputati tra gli altri gli ex vertici del Ros, boss come Leoluca Bagarella, lo stesso Brusca, Massimo Ciancimino, figlio del sindaco mafioso di Palermo e politici come Marcello Dell’Utri, si è concluso con condanne pesantissime. Non è stata ancora fissata la data di inizio dell’appello.