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Processo Mazzetta Sicula, chiesti 10 anni per il “re” delle discariche Antonello Leonardi

La requisitoria della pm Raffaella Vinciguerra nel procedimento che vede imputato il patron della Sicula Trasporti ora in amministrazione giudiziaria

Di Laura Distefano |

Il comandante del Gico delle fiamme gialle etnee in un’udienza fiume definì Antonello Leonardi, patron della discarica di Lentini in amministrazione giudiziaria dal 2020 a seguito del blitz Mazzetta Sicula, «il dominus» del sistema con cui avrebbe «cummigghiato» i rifiuti gettati in discarica senza essere trattati. E per scongiurare qualsiasi controllo dagli enti preposti l’imputato- coadiuvato dal fratello Salvatore e da altri dipendenti e complici – avrebbe addirittura avuto a libro paga due funzionari dell’Arpa e del Libero Consorzio di Siracusa.

Un quadro accusatorio sviscerato ieri dalla pm Raffaella Vinciguerra – che ha sostituto Marco Bisogni dopo l’elezione al Csm – nel corso di una requisitoria durata molte ore. E a cui l’imputato ha assistito da una delle poltrone della terza aula a destra del Palazzo di Giustizia di Catania. Le accuse variano dal traffico illecito, alla corruzione, all’associazione a delinquere fino alla truffa nelle pubbliche forniture. Nella discussione della pm stati elencanti fiumi e fiumi di intercettazioni, che hanno fatto scattare due momenti nevralgici dell’inchiesta. I controlli all’alba negli impianti dell’impianto di conferimento e compostaggio della spazzatura dei finanzieri che ispezionarono due camion dove sono stati censiti rifiuti non a norma dai consulenti della procura.

E il secondo è stato il ritrovamento di quasi un milione di euro seppellito alla Gesap, una delle aziende assieme alla Sicula Trasporti e alla Sicula Compost finita nel mirino della magistratura. E di cui ora la procura chiede la confisca. Sollecitazione che riguarda anche Leonhouse immobiliare (un secondo capitolo dell’inchiesta riguardò il mattone) ed Eta Service.

A puntare il dito poi contro il re delle discariche è stato il suo ex uomo di fiducia Delfo Amarindo diventato collaboratore di giustizia.

Vinciguerra non ha fatto certo sconti. Ha chiesto alla Terza sezione penale del Tribunale etneo, presieduto da Rosalba Recupido, di condannare Antonello Leonardi a 10 anni di reclusione. Si è fermata a 8 per il fratello Salvatore. Una pena di 6 anni e 6 mesi è quella avanzata nei confronti di Vincenzo Liuzzo, il funzionario Arpa pizzicato con un bel gruzzolletto dai militari ritenuto lo stipendio per anticipare le ispezioni a Leonardi. Stessa pena chiesta per Giancarlo Panariello. Sono 4 gli anni chiesti per Marco Morabito e Giovanni Orazio Messina. 3 ciascuno, infine, le condanne sollecitate per i fratelli Francesco e Nicola Guercio. Ieri hanno discusso anche le parti civili costituite: Comune di Lentini (avvocato Tommaso Tamburino), Carlentini (avvocato Stefano Rametta), Catania (avvocato Leonardo Arcidiacono), Rifiuti Zero (avvocato Antonio Giuffrida).

Il prossimo 25 maggio cominceranno le difese. I legali di Leonardi discuteranno l’8 e il 15 giugno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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