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Processo a Tutino, un teste rievoca “sbiancamento anale” per Crocetta

Di Redazione |

Rosario Crocetta provò a sottoporsi a uno «sbiancamento anale» nell’ospedale pubblico di Villa Sofia, a Palermo, con la sponda dell’allora primario Matteo Tutino, oppure le voci su quell’intervento, che si rincorsero per quasi l’intera passata legislatura, furono solo gossip?

Un testimone, per la prima volta, come riporta il Giornale di Sicilia, ha sostenuto in Tribunale dove si celebra il processo a Tutino accusato di truffa aggravata, che in effetti quell’intervento venne programmato ma non se ne fece più nulla per l’opposizione di alcuni anestesisti che si rifiutarono, per evitare di essere complici di un intervento di chirurgia estetica e non plastica, dunque illegittimo in una struttura pubblica.

L’ex governatore, però, nega e annuncia di avere dato mandato al proprio legale per procedere con la querela.

Davanti ai giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo chiamata a giudicare anche l’ex commissario dell’azienda Villa Sofia Giacomo Sampieri, il dirigente del dipartimento di anestesia e rianimazione Damiano Mazzarese e altri due imputati, Antonio Iacono, già coordinatore delle sale operatorie di Villa Sofia, ha riferito che l’intervento sarebbe stato programmato per una domenica della primavera di cinque anni fa.

«Inizialmente era una voce – dice Iacono, rispondendo alle domande del pm Giacomo Brandini – che arrivava dagli infermieri. Poi mi fu confermata dal caposala delle sale operatorie, il dottore Amato. Io mi premurai di avvertire Sampieri: la diagnosi in cartella era di obesità e Tutino aveva inserito anche Crocetta in ospedale per un intervento di chirurgia estetica».

Il pm chiede se si fosse trattato di «lifting addominale». «E’ di sbiancamento anale», ha insistito il medico, salito sul banco dei testimoni.

«Menzogne», replica Crocetta. «I soli interventi che ho fatto durante la mia presidenza sono stati effettuati in una clinica privata di Palermo, a mie spese, come prova conservo gelosamente le fatture e le evidenze bancarie, nonostante si sia trattato di interventi funzionali coperti da Lea e quindi dal sistema sanitario pubblico», aggiunge l’ex governatore. «Si è trattato infatti di un intervento al setto nasale per via di complicanze respiratorie che mi provocavano crisi di apnea notturne e della aspirazione di grasso all’addome, la cui presenza contribuiva ad alzare i livelli di glicemia nel sangue, sono diabetico», precisa Crocetta.

E afferma: «Dei discorsi avvenuti nell’ospedale dei veleni di Villa Sofia, a me non frega nulla, compreso il presunto quanto omofobico discorso sul presunto quanto inesistente “sbiancamento anale». «In ogni caso siccome mi sono stancato – conclude – ho dato mandato al mio avvocato, Vincenzo Lo Re, di avviare ogni iniziativa civile e penale finalizzata a tutelare ed a risarcire la mia immagine».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA