il caso
Prezzo del carburante alle stelle, indaga la Procura (ma gettito accise potrebbe superare i 40 miliardi)
Il Mef ha messo in campo la Guardia di finanza. Ma l'incasso per lo Stato equivale quasi a una manovra
La Procura di Roma ha annunciato un’indagine dopo le denunce presentate a tutte le procure d’Italia dal Codacons che proprio ieri aveva segnalato, dalle comunicazioni dei gestori, aumenti per il gasolio fino a 2,5 euro al litro sulle autostrade (in particolare la A1). E mentre l’opposizione attacca a testa bassa le decisioni del governo e la maggioranza le difende, il Mef si è già mosso e da dicembre ha dato mandato alla Guardia di Finanza di indagare per verificare l’andamento alla pompa in seguito allo stop definitivo del taglio delle accise scattato il primo gennaio in forza della manovra. La partita è da brivido: ai corsi attuali l’incasso delle accise potrebbe superare i 40 miliardi, 23,8 i miliardi incassati nel 2021. Praticamente una manovra.
Da molte categorie parte l’allarme: Coldiretti, ad esempio, fa notare come i rincari facciano sentire il loro peso sull'88% delle merci. E anche i Taxi sono allarmati: così siamo in ginocchio, dice UilTrasporti.
I gestori si difendono: «non c'è speculazione. – dice Bruno Bearzi, presidente nazionale della Figisc-Concommercio che rappresenta insieme a Confesercenti i 22.000 impianti italiani – L’aumento dipende dalla decisione di cancellare lo sconto». Ma ci può essere chi fa il furbo? «Siamo 22mila, non lo voglo escludere ma non è con 4 centesimi che si fa speculazione. E’ più facile andare alla fine della filiera invece di entrare nella stanza dei bottoni di chi decide il prezzo. Si cerca sempre un capro espiatorio».
In campo i consumatori con il Codacons che dopo aver annunciato appunto la denuncia alle procure italiane ed alla stessa Gdf con l’ipotesi di aggiotaggio rilancia: domani un esposto all’Antitrust per ipotesi di 'cartellò tra le compagnie e il boicottaggio da parte degli automobilisti dei distributori più cari. Il tutto in attesa dei risultati dell’indagine della Gdf che – fanno sapere fonti del Mef – dovrebbero esser resi noti la prossima settimana. Nel caso in cui il risultato dovesse dimostrare che quello della speculazione non è solo un sospetto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, aveva già annunciato l’intenzione del governo di intervenire pur non specificando le modalità dell’intervento.
«Vogliamo capire se all’interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie vietate dalla legge tese a far salire immotivatamente i listini di benzina e gasolio alla pompa. – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Al netto dell’aumento delle accise deciso dal Governo, l'incremento dei prezzi sembra non rispondere all’andamento delle quotazioni petrolifere: prendendo in esame solo le ultime settimane, si scopre che il Brent in due mesi ha subito un deprezzamento del -25,5%. Situazione analoga per il Wti, che ha perso il 15%. A fronte di tale crollo delle quotazioni, e al netto del rialzo delle accise, i prezzi di benzina e gasolio stanno salendo ad una velocità eccessiva. Chiediamo al Governo di estendere gli ambiti di applicazione della legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare».
«Chiediamo alla Premier Giorgia Meloni di convocare subito un tavolo emergenziale sui carburanti convocando le associazioni dei consumatori, le società petrolifere, i gestori e tutte le parti coinvolte. – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. Mentre Consumerismo chiede alla premier di superare le ''anacronistiche» accise ed ai cittadini, quando possibile, di rispolverare le vecchie bici. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA