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«Posso portare i turisti sul vulcano alle Canarie, ma non qui». Il paradosso delle guide dell’Etna

Di Francesco Vasta |

NICOSOLI – Dall’Etna al vulcano Teide, alle Isole Canarie, non per scelta ma per necessità. Potrebbe essere questo il futuro del 41enne di Paternò Daniele Mannino, guida ambientale escursionistica e, come lui stesso si definisce, una delle “vittime predestinate” del decreto Barbagallo sulla perimetrazione dell’ambito di attività delle guide vulcanologiche sull’Etna.

La polemica imperversa nel settore delle professioni turistiche, perché il provvedimento non consente ad altre tipologie di guida di operare sul vulcano, dai 2000 metri in su. Area assegnata invece alle guide formate dal Collegio regionale delle guide alpino-vulcanologiche.

«Non si sono resi conto di aver creato un danno incalcolabile al settore, con disdette e gente di colpo senza lavoro – dice Mannino riferendosi al Collegio e all’ex assessore regionale del Turismo – ci hanno chiuso i rubinetti solo per garantirsi il monopolio. Non si combatte così l’abusivismo, facendo fuori chi è in regola mentre in giro c’è chi fa quello che vuole senza alcuna formazione». Il paternese è un iscritto all’Aigae – Associazione italiana guide ambientali escursionistiche – ente che riunisce oltre 3000 professionisti in tutta Italia. L’Aigae contesta la scelta del vecchio governo regionale che, per quanto riguarda l’Etna, mette in fuorigioco tutti tranne le guide vulcanologiche. «Ma io sono un professionista, ho sostenuto una lunga formazione e opero con una partita Iva – spiega il 41enne – eppure dovrò andare via». Il decreto Barbagallo, infatti, avrebbe già ripercussioni concrete: «Viste le novità – racconta Mannino – un’agenzia di viaggi tedesca che mi affida i suoi turisti ha annullato le prenotazioni per l’Etna e mi ha proposto di andare a lavorare a Tenerife, sul Teide».

La nuova perimetrazione esclude le guide non vulcanologiche anche da percorsi etnei di media quota e difficoltà di base, quelli per cui Aigae e altre sigle formano i propri iscritti. La zonazione, secondo invece il Collegio delle guide vulcanologiche, è necessaria perché la legge assegnerebbe a loro la competenza esclusiva sull’accompagnamento di turisti in aree vulcaniche: «Ai fini della tutela di chi va in montagna tale attività è riservata ai professionisti del Collegio; altre figure, se esercitano in ambiti riservati, sono abusive», scrive il Collegio nazionale.

La scottante querelle è già sul tavolo del successore di Anthony Barbagallo, il neo assessore del Turismo Sandro Pappalardo, militare indicato da Fratelli d’Italia, che con il suo nuovo campo d’azione deve ancora prendere confidenza: «Sarò onesto – dice – prima voglio studiare a fondo la questione e poi mi farò un’idea. Ho ricevuto una cinquantina di telefonate, ognuno mi ha detto la sua, io voglio invece avere uno sguardo oggettivo sulla realtà». Una tappa del percorso di “formazione” dell’assessore è già stata fissata per la prossima settimana: Pappalardo annuncia di voler incontrare, forse già lunedì, i vari attori della vicenda. «Partiremo da lì per capire come intervenire», aggiunge prudentemente. Tra le parti chiamate in causa ci sarà anche il Cai, che tra qualche giorno a sua volta sarà a confronto con Collegio e Soccorso alpino della Guardia di Finanza. «Per noi la montagna dev’essere libera e aperta a tutti – commenta il presidente regionale Giuseppe Oliveri – forse con questo decreto si è voluto accontentare qualcuno, ma i maestri del Cai hanno le capacità e la preparazione per andare sull’Etna senza limitazioni se non quelle di protezione civile».

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