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Ponte sullo Stretto, parte la procedura per gli espropri ma c’è già chi promette battaglia: «Io non me ne vado»

Il Comitato No Ponte si mobilita. E ci sono i primi proprietari che annunciano opposizioni

Di Francesco Carbone |

«Non me ne vado, ma nemmeno per idea”: Mariolina De Francesco, che sarà espropriata della casa nella quale con marito e figlie ha vissuto per 23 anni sulla sponda messinese dove dovrebbe sorgere un pilone del ponte sullo Stretto è battagliera e ribadisce: «se la mia casa la dovessi cedere per un ospedale oncologico per i bambini la cederei, ma non per una cosa inutile come questa».

E se il ponte si dovesse comunque fare?

«Vivremmo per anni in mezzo ai cantieri in Calabria e in Sicilia. Ma non solo: lo Stretto di Messina non si deve toccare; come ha detto il National Geographic nel settembre del 2022 la spiaggia di capo Peloro è la più bella spiaggia italiana dal punto di vista naturalistico. L’articolo 9 della Costituzione dice che le zone ricche di biodiversià e pregio naturalistico sono intoccabili. E la regione Sicilia nel 2001 ha fatto decreto nel quale dice che la zona di Capo Peloro è zona di pregio che va salvaguardata. La stessa regione che ora gli dà i miliardi…».

Prosegue Mariolina: «Se lo Stretto dovesse essere devastato sarebbe utile solo a loro. A noi a Messina non serve a nulla. Messina verrebbe devastata per fare le gallerie. Se, ad esempio, io volessi prendere il ponte da Torre Faro dove sono, avrei il ponte sulla testa, ma dovrei fare chilometri e chilometri per salire sulla strada del ponte. Faccio il ponte e sbarco a decine di chilometri da Reggio. Quindi per andare in Calabria io devo fare più di 30 km. Il pendolare prende chiaramente il traghetto, certo non il ponte. Quale è il vantaggio per i messinesi. E per i calabresi? Tutto questo serve ai politici, a fregiarsi di una medaglia la valore, certo non a noi siciliani ne tantomeno ai calabresi».

Ma lei si opporrebbe a un progetto che il governo dice sarebbe anche importante dal punto di vista economico (100mila posti di lavoro)?

«Intanto i centomila posti di lavoro sono una sciocchezza. Mi disturba questa cosa. Il problema non è la mia casa. La casa è quella con cui ho vissuto con mio marito e le mie figlie per 23 anni. E’ un condominio con 27 villette, non è una seconda casa ma quella nella quale abito da vent’anni. Ma non è questo il punto: si possono tenere tutto quello che vogliono. Non è il problema della proprietà ma è il posto. Sullo Stretto sono nata, ho imparato a nuotare. E qui voglio restare. Renato Accorinti, ex sindaco di Messina disse – racconta Mariolina – ‘lo Stretto non si deve toccare perchè è mia madre e mio padrè. Non è la mia casa il problema. Non sarei d’accordo neanche se vivessi in città».

Insomma chiude «perché tutta questa fretta? Cosa c’è in ballo? Parlano del ponte come sfida e scommessa. Sono parole che non si possono sentire. Sfida e scommessa si possono perdere. Queste parole non si possono usare: una cosa del genere non si può perdere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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