Polizia, sì del Cdm alla riorganizzazione: ecco come cambiano le questure

Di Redazione / 22 Novembre 2019

ROMA – Cambiano le questure italiane: vengono potenziati i servizi di controllo del territorio, prevenzione e contrasto al crimine, tutela dell’ordine pubblico e, soprattutto, vengono rivisti gli indici di rischio di ogni città, grazie ad un’analisi effettuata in collaborazione on l’Istat. Il regolamento che ridisegna i presidi di Polizia in tutta Italia è stato approvato dal consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Il Dipartimento parla di novità «numerose e significative», a partire proprio dalle questure che vengono ridisegnate in base a indicatori mirati, con l’obiettivo di potenziare i servizi che vanno ad incidere più direttamente sulla vita dei cittadini. In quest’ottica, 7 questure – Verona, Brescia, Padova, Bergamo, Caserta, Salerno e Messina – sono state elevate di livello.

Vengono poi istituiti i Centri logistici interregionali, che andranno a sostituire gli uffici sul territorio, e novità riguardano anche la polizia scientifica, in modo da mettere gli uffici in grado di affrontare le sempre più complesse tecniche di analisi forense.

In sostanza, l’analisi condotta con l’Istat sulla base delle reali esigenze operative e funzionali di ogni singola realtà, ha consentito di rimodulare i livelli di rischio di ogni territorio, ampliando il numero delle questure cosiddette di “particolare rilevanzàa”- vale a dire quelle che si trovano nella prima fascia, subito sotto le questure di Roma, Napoli e Milano – che avranno un ordinamento differenziato proprio con l’obiettivo di intensificare la prevenzione e il contrasto ai reati. Viene inoltre valorizzato il ruolo dei funzionari ai quali vengono riconosciute le funzioni dirigenziali.

Sempre nell’ottica di garantire al meglio il controllo del territorio, sono state potenziate tutte le strutture che hanno a che fare con le competenze del questore in quanto autorità provinciale di pubblica sicurezza: gli uffici di Gabinetto, quelli dell’Anticrimine e gli uffici di ‘Polizia Amministrativa e di Sicurezzà, cui spetta effettuare i controlli preventivi su una serie di attività, anche economiche, di rilievo per la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il regolamento istituisce poi nei distretti di corti d’appello le ‘Siscò, nuove sezioni investigative che dipendono dal Servizio centrale anticrimine per le indagini su criminalità organizzata, ecomafie, sistemi criminali «complessi» e corruzione.

La riorganizzazione, infine, va ad incidere anche sulle squadre nautiche dopo che la Corte dei Conti ha disposto la riassegnazione del personale – circa duecento persone – ad altri servizi sul territorio. Si tratta di un «preciso obbligo», sottolinea il Dipartimento, «nel quadro di un più ampio programma teso ad evitare sovrapposizioni e duplicazioni» con la Guardia di Finanza, cui spetta la sicurezza in mare, alla quale già nel 2017 sono stati trasferiti i mezzi navali.

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