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Più di mezzo milione alle associazioni della madre e della moglie di Auteri: un altro scandalo all’Ars

E c'è anche la vicenda delle minacce denunciate da Ismaele La Vardera, il deputato che ha scoperto il caso. La solidarietà del presidente Schifani

Di Redazione |

Tutto nasce dalla denuncia di un deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Ismaele La Vardera, che spulciando tra i contributi concessi dall’Ars a varie associazioni, s’accorge che una di esse, «Progetto Teatrando», ha ricevuto in tre anni 418mila euro. Rappresentante legale dell’associazione è Celina Bruno, di Sortino, nel Siracusano, madre di un deputato regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri. La sede di Progetto Teatrando è nell’abitazione della signora, almeno fino a dieci giorni fa, quando la notizia dei ripetuti finanziamenti (12 versamenti in tre anni, l’ultimo di 100mila euro, lo scorso maggio) viene fuori proprio per iniziativa di La Vardera, eletto con Sud chiama Nord, partito fondato da Cateno De Luca, e da un paio di settimane confluito nel gruppo misto.

E’ lo stesso La Vardera a raccontare il seguito di questa vicenda, facendo ascoltare ieri sera, durante la puntata di Piazza Pulita, su La7, la registrazione audio di un animato incontro tra lui e Auteri avvenuto nei bagni di Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars. La vicenda dei fondi elargiti “agli amici degli amici” era già stata anticipata, con un’ampia inchiesta, dal quotidiano La Sicilia a firma di Mario Barresi e Luisa Santangelo. Nella registrazione audio il deputato di Fratelli d’Italia affronta con veemenza il collega, minacciando di spingerlo giù dai balconi attigui ai bagni del palazzo. Oggi ammette di aver esagerato e, chiedendo scusa a La Vardera, spiega di aver agito «a valle dell’ennesima provocazione», ritenendo che l’obiettivo sia la sua persona e il percorso politico da lui intrapreso.

Quanto ai contributi, per Auteri sono del tutto legittimi: «Le procedure hanno seguito un percorso lecito». Parla di «legittime prerogative di ogni deputato, compreso il collega La Vardera, che ha scelto, per la propria parte, a chi destinare i fondi all’interno del maxi emendamento» che ha assegnato i contributi. Intanto, La Vardera ha incaricato i suoi legali di presentare una denuncia-querela per «minaccia a corpo politico» (articolo 338 del Codice penale). «Non commento neppure – dice – le pseudo scuse di Auteri, che senza un minimo di vergogna rilancia, provo imbarazzo per lui sperando che il partito prenda le distanze da questo soggetto».

Un altro capitolo riguarda un diverso contributo (95mila euro) ottenuto dalla «Abc Produzioni srl», che farebbe capo alla moglie di Auteri. La società in questione avrebbe versato 20mila euro a FdI. Gli esponenti cinquestelle delle commissioni cultura di Camera e Senato chiedono «perché Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni non dicono nulla nemmeno sui 20mila euro», aggiungendo che «devono prendere immediatamente posizione e fare chiarezza su quanto sta emergendo. Qui saremmo ben oltre l’amichettismo. A questo quadro già gravissimo si aggiungono le minacce inaccettabili nei confronti di La Vardera».

Sulla vicenda intervengono anche esponenti del Pd, da Anthony Barbagallo, al capogruppo dem all’Ars Michele Catanzaro, secondo i quali «Il metodo Auteri è la punta di un iceberg, è questo il modo in cui il centrodestra costruisce consenso in Sicilià», mentre il senatore dem Antonio Nicita invita il presidente della Regione Renato Schifani a congelare tutti i contributi. E il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno (FdI), condanna «senza se e senza ma ogni forma di violenza o minaccia» ed esprime solidarietà a La Vardera.

Schifani prendee le distanze da Auteri

«Esprimo solidarietà all’onorevole Ismaele La Vardera per le espressioni che ha subito. I fatti poi verificheranno quello che è emerso e quello che viene denunciato o meno, su questi finanziamenti. Non voglio entrare nel merito. Non mi compete, quindi non do valutazioni perché non sono in grado di darle. So soltanto che le espressioni adoperate nei confronti di La Vardera mi dispiacciono e mi auguro che questa vicenda possa non ripetersi più» ha detto il presidente della Regione Renato Schifani, intervenendo nel corso della Festa dell’Amicizia della Democrazia Cristiana, a Ribera. «Non dico che questa vicenda debba cadere nel dimenticatoio – prosegue – però se la politica vuole essere credibile deve dare l’esempio», conclude Schifani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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