Piazza Armerina (Enna). Un imprenditore agricolo, unitamente ad una collaboratrice e ad un consulente del lavoro, avevano messo in piedi una frode tai danni dello Stato riuscendo in poco più di 5 anni a truffare l’Inps di 3,6 milioni di euro assumendo fittiziamente 378 persone e facendogli così percepire indennità per malattia e disoccupazione. Le ipotesi di reato sono relative alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso, per avere indotto con artifizi e raggiri l’Inps al pagamento di indennità per malattia e disoccupazione a fronte di fittizi rapporti di lavoro.
L’indagine della Tenenza della Guardia di Finanza di Piazza Armerina hanno dimostrato una sproporzione nelle assunzioni di personale rispetto alla reale capacità operativa, alle dimensioni dei terreni nella disponibilità dell’imprenditore agricolo e dei redditi dichiarati dall’azienda. Oltretutto, è risultato che lo pseudo “datore di lavoro”, non ha adempiuto agli obblighi fiscali e contributivi, omettendo la presentazione della dichiarazione annuale ed il versamento dei contributi previdenziali, pari ad 783 mila euro.
L’inchiesta, condotta dalla Tenenza di Piazza Armerina e coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna, è partita dall’incrocio dei dati disponibili nelle banche dati in uso ai finanzieri, per poi proseguire con una serie di pedinamenti, perquisizioni e attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale. E’ stata così accertata la falsità dei rapporti lavorativi in quanto gli assunti non avevano mai prestato attività come invece dichiarato in atti, in cambio avevano addirittura pagato cifre di 1.600 euro per poter risultare assunti e così poter percepire, indebitamente, gli emolumenti da parte dell’Inps. Interrogati dagli inquirenti e dagli Ispettori dell’Inps i falsi assunti hanno cominciato a cadere in contraddizione, alcuni di loro in un pianto liberatorio hanno iniziato a collaborare.
Qui sono intervenuti i promotori della truffa, che non hanno esitato ad esercitare pressioni su chi doveva essere ascoltato dagli investigatori, spingendosi, in alcune conversazioni intercettate, a dare indicazioni su come rispondere agli inquirenti, tentando di inquinare le indagini delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Enna.
Dietro alla truffa – secondo i finanzieri – c’era un vero e proprio ingegnoso metodo studiato a tavolino per massimizzare gli importi da richiedere all’Inps. Gli ideatori della truffa, dosavano, con precisione, le giornate in cui far risultare assunti i lavoratori con quelle in cui segnalare la malattia a fronte delle giornate di lavoro, prestato, solo sulla carta, godendo illecitamente di ulteriori benefici economici. Risultava, infatti, conveniente denunciare all’Inps un numero di giornate di lavoro calibrate tra 101 e 182, in modo da ottenere un elevato numero di giornate indennizzabili ai fini della disoccupazione agricola, percependo così l’indennità di malattia e gli assegni per nucleo familiare in misura intera, massimizzando l’ingiusto profitto in quanto le giornate di malattia sono caratterizzate da indennizzi giornalieri più elevati rispetto a quelli propri della ordinaria disoccupazione agricola.
I promotori della truffa sono stati sottoposti alla misura interdittiva della professione di impresa e di consulente del lavoro, mentre una collaboratrice e 378 falsi lavoratori, sono stati tutti denunciati, per aver beneficiato, indebitamente, dei pagamenti dell’Istituto Previdenziale fino alla data odierna. Sono inoltre in corso i sequestri per equivalente dei conti correnti, terreni e immobili, pari all’importo oggetto della rilevante truffa, quantificata 3,6 milioni di euro.