Petroliera Vulcanello, prelevati 25 reperti per risolvere il mistero della collisione con il peschereccio

Di Redazione / 21 Giugno 2020

PALERMO – Sono 25 i reperti prelevati dalla petroliera Vulcanello che saranno confrontate martedì prossimo con il materiale fornito dalle famiglie delle tre vittime del «Nuova Iside», il peschereccio colato a picco nella notte tra il 12 e il 13 maggio al largo di San Vito lo Capo (Tp). In particolare bisognerà stabilire se alcune tracce di vernice bianca ritrovate dal Ris dei carabinieri sulla prua della petroliera, sotto sequestro nel porto di Augusta, siano compatibili con quelle dell’imbarcazione affondata. Elementi che potrebbero fornire nuova luce su cosa sia successo quella notte quando il peschereccio della marineria di Terrasini si è inabissato causando tre vittime.

L’ipotesi è quella di una collisione con la petroliera, che era in navigazione nello stesso tratto di mare. La procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso, il comandante della petroliera e l’armatore della società Augustadue del gruppo Mednav e due ufficiali di plancia.

Il relitto del «Nuova Iside» è stato localizzato a 1400 metri di profondità in una zona di mare a circa 30 miglia a nord ovest di Palermo, grazie all’impiego dei sensori della nave e di un veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin).

Ieri nel mare di Gioia Tauro è stato recuperato un cadavere. Potrebbe trattarsi del corpo di Vito Lo Iacono, 26 anni, il terzo marinaio ancora disperso. La famiglia, fa sapere l’avvocato Aldo Ruffino, è disponibile a collaborare e fornire il Dna per un eventuale confronto con quello del corpo recuperato in Calabria, anche se i familiari nutrono dubbi sulla possibilità che il corpo di Vito possa essere stato spinto dalle correnti fino alla costa calabra. In questi giorni la nave della Marina Militare tornerà di nuovo sul luogo dove si trova il peschereccio affondato e con un robottino cercherà di entrare all’interno dello scafo per accertare l’eventuale presenza del copro del marinaio ancora disperso, che potrebbe essere rimasto intrappolato sotto coperta.

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