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LA NOTA

«Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa»: la solidarietà delle femministe alla vittima della violenza della Villa

Si attende la decisione del tribunale di Catania sulle richieste di costituzione di parte civile

Di Redazione |

«Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa». Lo scrivono le associazioni della rete femminista catanese in una lettera di supporto alle vittime della violenza sessuale che si è consumata alla fine di gennaio 2024 alla Villa Bellini di Catania, ai danni di una ragazzina di 13 anni e del di lei fidanzato 17enne. I processi (uno col rito abbreviato, il secondo col giudizio immediato) sono cominciati questa mattina.

«Ancora una volta una ragazzina, tredicenne, ha dovuto affrontare un processo come persona offesa», si legge nella nota delle associazioni. Di fronte alla seconda sezione penale del tribunale di Catania «sono incardinate le accuse ai cinque egiziani maggiorenni (lo scriviamo – puntualizzano le associazioni – solo come dato geografico, non razziale, per non essere tacciate di omissioni pregiudiziali: per noi sono solo maschi) e altri due minorenni, tutti arrestati e di cui solo uno è ai domiciliari perché ha collaborato alle indagini».

La rete femminista catanese ha avviato il suo percorso nell’ambito del processo 12 Apostoli, contro il santone Pietro Capuana e gli altri componenti della cosiddetta “setta degli orrori”, accusati di associazione a delinquere per il perseguimento di abusi sessuali verso minorenni. Il Centro antiviolenza Galatea, il Telefono Rosa di Bronte e l’associazione La città felice hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo contro il santone. A supportarle ci sono state anche le associazioni Udi Catania, Governo di lei, Femministorie Ct, Fare stormo – Il cerchio delle donne e la rete antiviolenza La ragna-tela.

Questa mattina, nel processo sullo stupro di gruppo alla Villa, hanno chiesto di costituirsi parte civile il Centro antiviolenza Galatea, il centro Thamaia, l’associazione Bon’t worry e il Comune di Catania. «Il tribunale – si legge nella nota congiunta delle femministe – si è riservato di decidere per l’accoglimento o l’esclusione della costituzione di parti civili».

«In ogni caso – prosegue il comunicato – tutte le associazioni femministe esprimono semplicemente la più accorata solidarietà» e annunciano che «continueranno a monitorare tutti le fasi dei processi che vedono interessate le vittime» e le loro famiglie.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA