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Pedofilia, il report della Cei: «In un anno 89 casi segnalati, negli ultimi vent’anni aperti 613 fascicoli»

Per i vescovi «oggi c'è un clima diverso rispetto a prima, sono stati tutti ordinati dopo il Duemila e quando c'è stato il percorso di formazione sempre c'è stato un momento dedicato»

Di Nicoletta Gullotta |

La pedofilia nella Chiesa è un problema annoso e difficile da eliminare, sul quale, negli ultimi anni, dopo innumerevoli battaglie si è finalmente allentata la morsa dell’omertà. Il documento, intitolato ‘Report sulla rete territoriale di servizi diocesani e interdiocesani per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili’ è il primo del suo genere e riporta i dettagli sulla situazione italiana.

Il primo report della Cei sugli abusi nella Chiesa parlava di 89 casi fra il 2020 e il 2021.

Naturalmente il report non tiene conto dei casi non denunciati, ma offre solo uno spaccato sui casi registrati da 30 centri d’ascolto; “nel biennio in esame – si legge nel report – il totale dei contatti registrati da 30 centri di ascolto è stato pari a 86, di cui 38 contatti nel 2020 e 48 nel 2021”.

Di questi 86 casi, 16 casi riguardano gli over 18, 61 casi riguardano la fascia di età 10-18 anni e 12 casi riguardano bambini sotto i 10 anni.Emerge inoltre che le ragazze e le donne si rivolgono ai centri di ascolto leggermente più di ragazzi e uomini (54,7%).I contatti “sono avvenuti principalmente via telefono (55,2%) o, in misura inferiore, tramite corrispondenza online (28,1%)”.

Per i vescovi «oggi c'è un clima diverso rispetto a prima, sono stati tutti ordinati dopo il Duemila e quando c'è stato il percorso di formazione sempre c'è stato un momento dedicato» alla prevenzione degli abusi, «tutti hanno fatto un corso e ricevuto indicazioni precise, per cui posso dire che tutti i vescovi italiani sono attenti a questo, non si lasciano più prendere dal timore dello scandalo».

Questo quanto assicurato dal monsignor Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la presentazione del report.

Sui 12 vescovi colpevoli di abusi emersi in Francia, egli commenta: "È una cosa che colpisce e fa star male ma in Italia non so, se nei 613 fascicoli» dell’ex Sant'Uffizio «verranno fuori dei vescovi, vedremo". Per quanto riguarda invece i 68 presunti abusatori emersi dal Report presentato oggi, di cui 30 «chierici», viene specificato che "non abbiamo dettagli sul loro profilo", cioè se siano semplici sacerdoti o superiori di grado.

"Le norme di Vos estis lux mundi" ha quindi aggiunto sul Motu Proprio di papa Francesco ,che ha introdotto un' ulteriore stretta contro la pedofilia e la pedopornografia nel mondo del clero, "prevedono che se un vescovo è inadempiente può essere sanzionato, che io sappia non ci sono state ancora sanzioni ma c'è un tribunale della Santa sede per questo, mentre per quanto riguarda la denuncia, noi abbiamo nelle linee guida approvate dalla Santa Sede un numero specifico che dice appunto che non c'è per la legge italiana l’obbligo né da parte dei vescovi né per qualunque altro cittadino italiano di fare denunce ma noi, nonostante questo, ci siamo assunti l’obbligo morale di favorire e incoraggiare da parte delle vittime, la denuncia cosa che prima non facevamo".COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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