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Paziente da 13 giorni al pronto soccorso, il primario: «Colpa di più cause»

Secondo il primario la lunga permanenza del degente sarebbe da addebitare anche ad un focolaio di Covid in reparto. A denunciare la situazione è stata Confintesa Agrigento

Di Redazione |

«Abbiamo appreso la notizia di una paziente dell’ospedale di Sciacca rimasta per ben tredici giorni al pronto soccorso in attesa di essere ricoverata nel reparto di Medicina Generale. Il Primario avrebbe risposto che a determinare la vicenda sarebbero state varie cause tra cui le gravi condizioni della paziente e un focolaio Covid nel reparto».

Lo dicono Domenico Amato, segretario regionale Confintesa Sanità Sicilia e Marco Cavallaro, segretario provinciale Confintesa Sanità Agrigento. "Più volte la segreteria regionale Confintesa Sanità Sicilia è intervenuta sulla drammatica situazione in cui versa la sanità siciliana, – spiegano – molte note sono state inviate agli organi competenti e molti comunicati stampa alle redazioni dei giornali, ma adesso ci sembra che si sia passato il limite di ogni possibile decenza. Tredici giorni in pronto soccorso sono, a prescindere dalle motivazioni, un tempo ingiustificabile. Chiediamo che le autorità competenti facciano chiarezza sulla vicenda affinché chi debba pagare paghi e al neo assessore alla Salute della Regione Sicilia chiediamo di dare un chiaro segnale di cambiamento rispetto al passato". (ANSA).   

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