Paolo, l’instancabile autista (precario) della Forestale morto a due mesi dalla pensione per spegnere un incendio

Di Redazione / 02 Agosto 2020

MESSINA – Stava percorrendo una piccola strada di campagna guidando l’autobotte per spegnere un incendio in una frazione di Messina ma il terreno ha ceduto e Paolo Totaro è precipitato in un dirupo morendo. Aveva 67 anni, lascia moglie e una figlia. Fra due mesi sarebbe andato in pensione. Era un “centounista” della forestale, lavorava cioè 101 giorni l’anno. Faceva parte delle migliaia di precari che spesso finiscono citati sui giornali o in tv da quelli che accusano la Sicilia di avere la metà dei forestali di tutta Italia.

Il corpo di Totaro è stato recuperato ieri a tarda sera dai vigili del fuoco e dai colleghi e amici della vittima. L’autobotte ha fatto un volo di 60 metri. E’ distrutta. Forse il forestale ha tentato di mettersi in salvo gettandosi dal mezzo, ma non ce l’ha fatta.

Giovanni Cavallaro, dirigente responsabile dell’Ispettorato delle foreste di Messina, attacca: «La politica si dovrebbe fare molte domande, ad esempio perché il lavoro del forestale, che è molto faticoso, non è inquadrato come lavoro usurante e come mai un nostro collega lavorava a 67 anni. Il povero Paolo era ancora idoneo a due mesi dalla pensione».

«Paolo – prosegue – era un lavoratore instancabile e pur dovendo andare in pensione a settembre, voleva lavorare sempre sul campo e non in un ufficio. La politica dovrebbe interrogarsi anche sulla demonizzazione che spesso è stata fatta sui forestali e sul loro lavoro. Molti politici hanno fatto campagne elettorali e hanno convinto l’opinione pubblica che il nostro lavoro non è indispensabile e che noi eravamo parassiti. In verità il nostro lavoro è fondamentale per l’ecosistema e per salvare molte vite umane. Sarebbe opportuno si rivedessero questi giudizi e la politica dovrebbe intervenire per stabilizzare tanti lavoratori come Paolo».

L’assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro in una nota esprime «profondo cordoglio per la morte dell’operaio e la vicinanza personale ed istituzionale alla famiglia di tutto il governo regionale».


Sulla vicenda interviene anche la segretaria generale della Fai Cisl di Messina, Sabina Barresi. «Non si può morire a 67 anni, da precario ed a pochi mesi dalla pensione, durante l’espletamento di un lavoro impegnativo e logorante come quello dell’antincendio forestale».


Il segretario generale della Uil Sicilia, Nino Marino, dice: “Si ricordino tutti il nome di Paolo Todaro e quello degli altri forestali vittime del dovere, quando tornerà il momento di respingere attacchi ingenerosi e diffamatori ai danni della categoria. E quando finalmente verrà il momento di dare risposte alle giuste richieste di riforma regionale del settore».

«Continuiamo a sollecitare – aggiunge – un percorso normativo fondato sulla stabilizzazione e valorizzazione professionale dei forestali, che preveda pure l’immissione di nuove forze perché le carenze di organico – almeno 300 in meno gli operai nella sola provincia di Messina – e l’età media del comparto tornino a essere compatibili con le pesanti esigenze di questo lavoro, affrontato peraltro in strade interne di cui abbiamo più volte denunciato la pericolosità». 

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