Cronaca
Palestra Lupo, arriva il contrordine: la struttura è del Comune
Nuovo contrordine. La palestra Lupo non è stata venduta dalla Regione ai privati, come aveva fatto sapere di aver “scoperto” l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Arcidiacono. L’edificio al centro di piazza Lupo è del Comune a tutti gli effetti. E lo è ufficialmente da undici anni. Lo dicono le carte. In particolare una transazione, risalente al maggio del 2007, nel repertorio della Presidenza della Regione siciliana. Atto firmato a Palazzo degli Elefanti dall’allora assessore regionale Mario Torrisi, dal sindaco dell’epoca Umberto Scapagnini e dall’allora presidente del consiglio di amministrazione della Parcheggio Lupo, Ennio Virlinzi. Perché quest’ultimo? Perché la Parcheggio Lupo ci mise i soldi per chiudere il contenzioso tra Regione e Comune, che andava avanti da qualche anno: 41.000 euro corrisposti alla Regione per dichiarare «risolto il contratto di costituzione di superficie con pieno e incondizionato e libero diritto di proprietà sull’immobile da parte del Comune». Così recita l’atto.
Ma perché si arrivò a tanto? Probabilmente perché il bando per la realizzazione dei parcheggi in project financing non sarebbe potuto andare avanti senza avere la disponibilità del bene. E da qui quella sorta di anticipazione di cassa fatta dalla Parcheggio Lupo, alla quale si può forse dire che la palestra fu “promessa”, ma mai ne fu trasferita la proprietà. Tantomeno dalla Regione. Gli uffici comunali ci hanno confermato di essere a conoscenza di quella transazione e dell’acquisizione al patrimonio comunale dell’ex palestra Lupo. Altrimenti difficilmente avrebbero iscritto al n. 162 dell’inventario generale dei beni comunali, redatto nel 2009, anche il futuro parcheggio interrato.
La vicenda nasce da lontano. La palestra Lupo nacque originariamente come autostazione dei pullman dell’Ast, grazie a un atto del novembre del 1968 con cui il Comune costituiva gratuitamente un diritto di superficie in piazza Lupo a favore della Regione per la costruzione dell’autostazione. C’era però una clausola che obbligava la Regione a mantenere quella destinazione d’uso per l’immobile. Così non fu – l’edificio venne utilizzato anche dalla Soprintendenza come deposito – e da qui nacque il contenzioso. Dopo tanti anni, nel 2003 il Comune citò la Regione, a febbraio 2007 la Soprintendenza riconsegnò l’immobile al Comune, ma la vicenda di diritto si chiuse solo con l’accordo transattivo del novembre di quell’anno, grazie ai soldi della Parcheggio Lupo. Alla quale nel frattempo il Comune aveva dato in concessione il sottosuolo per realizzare il parcheggio interrato. Conditio sine qua non per procedere, però, era la disponibilità dell’immobile edificato su quel suolo. Ed ecco che la concessionaria si era «resa disponibile a intervenire nell’accordo transattivo a tutela del proprio interesse» offrendo all’amministrazione regionale 40mila euro oltre alle competenze dell’avvocatura di Stato, quantificate in ulteriori mille euro. Questi i fatti.
Resta un altro nodo. La Sicilia ha fatto delle ricerche per appurare la proprietà dell’immobile in capo alla Regione o ai privati. Ma al Demanio quel bene non risulta inventariato, mentre sarebbe stato schedato alla Presidenza della Regione. Per il catasto urbano, invece, si tratta di un vero e proprio immobile “fantasma”. Le nostre ricerche hanno confermato che l’immobile non è censito in nessun foglio e particella catastale. Abbiamo anche controllato se risultasse in proprietà alla Parcheggio Lupo Srl, ma niente. E non lo è neanche ai singoli soci. Sembra proprio che l’immobile non sia mai stato registrato al catasto. In queste condizioni non sarebbe mai potuto essere venduto a un privato. Da nessuno.
Cosa succederà adesso? Non si sa se Parcheggio Lupo vorrà riprendere il percorso della finanza di progetto, a fronte dei soldi a suo tempo “investiti” nella transazione con la Regione. Potrebbe non essere più un investimento conveniente.
L’associazione Palestra Lupo, invece, nelle more potrebbe legittimamente chiedere l’affidamento dello spazio al Comune. Una vicenda contorta che, per usare le parole dell’assessore Arcidiacono, lascia tutti un po’ “allibiti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA