Palermo, “vendeva” le pensioni di invalidità: in casa sua trovati 60 mila euro in contanti

Di Redazione / 14 Gennaio 2020

«Dottore ascolta, vacci pesante… Bello pesante che l’altra volta l’hanno rigettato, queste carogne… Va bene?». Non sapendo di essere intercettato uno degli indagati dell’operazione Igea, eseguita dalla Guardia di finanza di Palermo, si raccomandava con il medico complice. Questa volta l’invalidità alla pensionata 88enne andava riconosciuta. E per farlo occorreva rappresentare un quadro tragico. Il dottore rassicurava il suo interlocutore: «Sì esatto, ora, ora ce lo metto, che è allettata, non in condizioni di deambulare, né può essere trasportata, che non ha i mezzi».

E’ un vasto sistema di truffe all’Inps per il riconoscimento di false invalidità in cambio di denaro quello scoperto dai finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria coordinati dalla Procura di Palermo. Due persone sono finite in manette, ma le indagini delle Fiamme gialle hanno consentito di far luce su una fitta schiera di “procacciatori di pazienti” e complici: dipendenti pubblici, medici generici e specialisti, componenti delle commissioni mediche Asl, responsabili di Caf. «L’indagine ha messo in evidenza scambi di favori, rapporti inopportuni, vantaggi di varia natura, che hanno costituito l’humus ideale sul quale costruire il sistema illecito», spiegano gli investigatori. 

Il primo step era la ricerca dei “potenziali clienti”, individuati in persone bisognose e disponibili a richiedere un aiuto per ottenere riconoscimenti pensionistici o assistenziali. Stabilito il contatto con “il candidato all’invalidità”, gli indagati lo indirizzavano a medici compiacenti che avrebbero redatto i certificati necessari ad attestare la sussistenza delle patologie ‘utilì per l’ottenimento delle indennità. Un sistema collaudato che andava avanti da anni. A tal punto che il ricorso ai servizi offerti dagli arrestati era ritenuta l’unica strada per ottenere le indebite prestazioni previdenziali.
“Ormai ti conoscono tutti nel paese… questo è quello che fa prendere le pensioni”, diceva una donna, non sapendo di essere intercettata, e il suo interlocutore annuiva: “Purtroppo sono una persona… sono come una prostituta. Appena vedono a me… è una brutta nomea. Però vero è… purtroppo… per virtù… L’importante che non sono conosciuto per quello che fa male cose alle persone…”. Dava le direttive e rassicurava i falsi invalidi il capo dell’organizzazione. “Praticamente deve arrivare un medico per la visita. Va bene? Poi ti dico pure quando viene, tranquilla. E’ cosa nostra, come dicevano gli antichi”. Una donna chiamava preoccupata. L’aveva contattata l’Asp chiedendole di preparare i documenti. “Sì, sì cara, non ti preoccupare, ci penso io”, la rassicurava un indagato.

Nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura di Palermo i finanzieri del nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Palermo hanno trovato 60 mila euro in contanti. La somma è stata sequestrata. 

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