Palermo, sgominata banda dei furti hi tech: 17 arresti

Di Redazione / 23 Luglio 2015

La Polizia e i Carabinieri di Cefalù stanno eseguendo 17 misure cautelari, tra arresti domiciliari e obblighi di dimora, nei confronti dei componenti di una banda accusata di avere organizzato 21 furti di materiale elettronico tra cui smart phone e tablet per un valore di oltre 300 mila euro. Obiettivo dei ladri erano negozi, ricevitorie e centri commerciali.

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Altri sei colpi sono stati sventati per la presenza della Polizia che già teneva il gruppo sotto osservazione. Quasi tutti gli indagati vivono nel quartiere Zen di Palermo, da dove si muovevano per compiere i furti tra Cefalù, Termini Imererese e in altri centri delle province di Trapani e di Messina.    La banda disponeva di appoggi locali. I suoi componenti usavano telefoni “dedicati”, impostati in modalità “conferenza” per tenersi costantemente collegati. Per otto il gip del tribunale di Termini Imerese ha emesso ordinanze di arresti domiciliari, per altri nove il divieto di uscire di casa tra le 19 e le 7. Tutti hanno precedenti penali. L’organizzazione aiutava le famiglie degli arrestati e pagava le spese legali.

 

La banda poteva contare sull’appoggio delle famiglie mafiose che sostenevano i componenti anche quando qualcosa andava male e qualcuno veniva
arrestato. Uno dei componenti è nipote di una persona finita agli arresti per 416 bis e poi freddato in un agguato. I componenti della banda pianificavano ogni cosa: disattivavano i sistemi di allarme e riuscivano a portare via tantissima merce dagli ipermercati. Non lasciavano nulla al caso compreso l’utilizzo di una rete di cellulari intestati ad altre persone. Un filone dell’inchiesta riguarda proprio la merce rubata e finita al mercato nero. Su questo stanno indagando
anche i carabinieri del gruppo di Monreale. I militari stanno cercando di scoprire dove finivano i prodotti rubati.

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Tag: arrestata banda cefalù furti hi tech