Cronaca
Palermo, scomparsi da nove anni Forse trovate tracce di imprenditori
Potrebbe essere ad una svolta l’indagine sulla scomparsa degli imprenditori Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, spariti nel nulla, a Palermo, il 3 agosto del 2007. Gli investigatori, coordinati dai pm Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, hanno ritrovato, nel corso di alcuni scavi, una scarpa e un sacco con macchie rosse, ora sottoposti all’esame del Ris.
La scarpa, estremamente deteriorata, e il sacco erano ricoperti da uno spesso strato di materiale solitamente utilizzato nell’edilizia. Materiale non di risulta, ma utilizzabile. I reperti verranno sottoposti ad indagini biologiche e si cercherà di capire se presentino tracce di acido o di combustione. La novità segue alla riapertura dell’indagine disposta dalla Procura sulla base di alcune dichiarazioni raccolte. Antonio e Stefano Maiorana scomparvero dopo essersi allontanati dal cantiere di Isola delle Femmine, nel Palermitano, dove stavano costruendo alcune abitazioni. Salutarono gli operai e lasciarono negli uffici gli effetti personali, facendo pensare ad un ritorno a breve.
La loro auto, una Smart, venne poi ritrovata nel parcheggio dell’aeroporto di Palermo, ma dai controlli risultò che i due non avevano preso alcun volo. Né le videocamere dello scalo furono utili agli investigatori. Dal 2007 si sono battute diverse piste: da quella mafiosa, a quella di contrasti nati nell’ambiente di lavoro. Nessun input, però, è risultato decisivo, tra falsi avvistamenti dei due a Barcellona e indicazioni rivelatesi non veritiere. Perciò la Procura chiese al gip l’archiviazione dell’indagine. Il giudice, invece, dispose nuovi accertamenti imponendo ai Carabinieri di sbancare e controllare con il georadar una vasta porzione di terreno che si trovava in una località in cui il cellulare di Antonio Maiorana risultava presente prima della scomparsa. Anche questa indagine non diede esiti e l’inchiesta venne archiviata per poi essere poi riaperta, meno di un anno fa, grazie ad alcune indicazioni ricevute dagli inquirenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA