LA COMMEMORAZIONE
Palermo ricorda il generale Dalla Chiesa, Mattarella: «Esemplare servitore della Repubblica»
Il 3 settembre di 42 anni fu ucciso dalla mafia fa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo
Ci sarà anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi oggi a Palermo per commemorare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre di 42 anni fa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Alle 9.30 saranno deposte corone di alloro. Saranno presenti, oltre al ministro, anche i vertici dell’Arma, il comandante interregionale Sicilia e Calabria Giovanni Truglio, il comandante della Legione Sicilia, Giuseppe Spina, e il comandante provinciale, Luciano Magrini. Alle 10 sarà celebrata la messa in cattedrale. Alle 12, poi, all’omaggio parteciperanno anche i bambini che lasceranno dei fiori sul cippo che ricorda il sacrificio di Dalla Chiesa al Cassaro, proprio di fronte alla caserma dove si trova il Comando della Legione.
«Quarantadue anni fa l’aggressione mafiosa interrompeva tragicamente il percorso umano e professionale di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con lui perdevano la vita la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate. Quel barbaro agguato contro un esemplare servitore della Repubblica – ha affermato oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando il generale Alberto Dalla Chiesa. – rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile. Il vile attentato non riuscì, tuttavia, ad attenuare l’impegno per quei valori di legalità e giustizia propri alla nostra democrazia, per la cui affermazione, nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e da ultimo come Prefetto di Palermo, il Generale Dalla Chiesa aveva combattuto».
«A distanza di anni – ha sottolineato ancora Mattarella – la memoria di quanti, come lui, si sono opposti al terrorismo e alla prepotenza mafiosa, continua a interpellare coloro che rivestono pubbliche responsabilità, la società civile, le giovani generazioni, ciascun cittadino. La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità. Ogni giorno, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA