Nell'ottobre scorso aveva lasciato il carcere di contrada Noce a Caltagirone dove era recluso, per essere trasferito agli arresti domiciliari, Vincenzo Buscemi, il palagonese di 24 anni accusato di avere ucciso con una pistola calibro 7.65 lo zio, Giuseppe Buscemi di 43 anni, al culmine di una colluttazione. Ma ora il giovane torna in cella.
Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato aveva sostenuto la tesi della legittima difesa, affermando di essersi avventato contro lo zio nel tentativo di disarmarlo e che, durante tale fase di concitazione, erano partiti i colpi dall’arma: il Gip aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari. Ma da successive indagini del caranineri con il coordinamento di questa Procura, sarebbe invece emersa la piena disponibilità dell’arma, peraltro oggetto di furto, in capo all’indagato e la premeditazione nel delitto, disvelando così una dinamica dei fatti differente da quella sostenuta.
Il nuovo e grave quadro indiziario ha quindi portato alla richiesta di aggravamento della misura cautelare accolta dall’Autorità Giudiziaria.