Orrore a Palagonia, coppia di 70enni uccisa
Orrore a Palagonia, uccisa coppia: lui sgozzato, lei giù dal balcone
Fermato un ivoriano ospite del Cara di Mineo FOTO - VIDEO
CATANIA – Una coppia di settantenni è stata trovata morta nella propria villetta di Palagonia (Catania), una edificio a tre piani nella centrale via Palermo. I due anziani sono stati barbaramente uccisi e agli occhi dei carabinieri – che hanno scoperto i cadaveri dopo controlli sul ritrovamento di un telefonino rubato – è stata subito chiara la scena di un tragico duplice omicidio: lui è stato sgozzato, lei è stata lanciata dal balcone. Il movente sarebbe una rapina. L’uomo si chiamava Vincenzo Solano, aveva 68 anni, mentre la moglie, Mercedes Ibanez, orginaria di Barcellona in Spagna, aveva 70 anni. A fine serata è stata fermato con l’accusa di duplice omicidio un giovane extracomunitario bloccato dalla polizia di Stato al Cara di Mineo, Kamara Mamadou, di soli 18 anni.
Le indagini sul duplice omicidio di Palagonia sono state infatti avviate dopo che la polizia di Stato all’ingresso dal Cara di Mineo, nell’ambito di controlli continui, ha trovato un giovane della Costa d’Avorio in possesso di cellulare, computer e videocamera in un suo borsone. Oggetti di cui l’uomo non riusciva a spiegare la provenienza. Una pattuglia di carabinieri ha fatto alcune chiamate col cellulare per risalire al proprietario del telefonino e così si è recata a Palagonia per accertamenti ed ha fatto la tragica scoperta. L’ivoriano per tutta la giornata è stato trattenuto con l’accusa di ricettazione del materiale rubato, ma a fine serata è arrivato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Caltagirone con l’accusa di duplice omicidio.
L’extracomunitario, originario della Costa d’Avorio, stava passando i controlli per rientrare al Centro accoglienza richiedenti di asilo di Mineo, quando è stato bloccato dalla Polizia di Stato. Le verifiche al varco del Cara, dove ci sono diverse migliaia di ospiti, sono state intensificate da parte delle forze dell’ordine e sono costanti 24 ore su 24. Nel borsone che l’uomo aveva con sé la polizia di stato ha trovato il telefonino, un pc portatile e una telecamera. Oggetti che hanno immediatamente insospettito gli uomini addetti ai controlli.
Sono così scattati gli accertamenti sul cellulare e gli investigatori sono risaliti al proprietario e al suo indirizzo a Palagonia. Sul posto si è recata una pattuglia di carabinieri che ha trovato il corpo della donna nel cortile della villetta della coppia e quello dell’uomo in casa, sgozzato. Sul posto sono arrivati investigatori della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato della Polizia di Stato di Caltagirone per le indagini del caso. L’inchiesta per il duplice omicidio è coordinata dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera.
Finora l’ivoriano sospettato ha respinto le accuse. «Il cellulare? L’ho trovato per strada e l’ho preso, non l’ho rubato» ha detto l’extracomunitario negando ogni addebito durante l’interrogatorio a cui è stato sottoposto. Il migrante, arrivato nel Cara di Mineo nello scorso giugno, alla polizia che lo ha messo sotto torchio per l’intera giornata ha detto più volte di essere innocente, ma sui suoi vestiti sarebbero state rilevate delle macchie di sangue. Le hanno trovate gli esperti della scientifica della polizia di Stato. È quindi in corso una comparazione tra queste tracce e il sangue delle due vittime. Durante la comparazione è saltato fuori che l’extracomunitario aveva indosso anche alcuni indumenti appartenuti alla vittima. Il riconoscimento degli indumenti è stato fatto dalle figlie delle vittime. In attesa della fine dei test, la Procura lo ha accusato del duplice delitto.
Secondo la tesi dell’accusa il movente è un tentativo di rapina andata a male. Ma l’inchiesta non si è conclusa. E la sta seguendo personalmente il procuratore Verzera, che ha parlato di «crimine efferato». L’ipotesi è che l’ivoriano non abbia agito da solo ma abbia avuto dei complici, altri extracomunitari che la polizia di Stato sta cercando di individuare.
GUARDA LA FOTO-GALLERY – GUARDA IL VIDEO
Secondo quanto raccontato da alcuni vicini, la coppia era rientrata da una decina d’anni dalla Germania, dove lavorava, ed era conosciuta in paese come una famiglia assolutamente tranquilla. «Sono sconvolto da questa tragica vicenda», ha detto un vicino di casa della famiglia Solano. In via Palermo, strada che taglia in due il paese della Piana di Catania. «Li conoscevo bene – ha aggiunto il vicino – erano persone perbene, assolutamente tranquille. Ieri sera fino all’una e mezza era tutto come sempre. Stamattina verso le 9 è arrivata una macchina dei carabinieri e abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava, ma non potevamo immaginare mai che fosse una cosa così tragica. Abbiamo sentito dire – aggiunge – che possa essere coinvolto un extracomunitario, qui se ne vedono moltissimi, ma non era mai successa una cosa del genere».
«Mio zio non aveva nemici e non era razzista»
«Mio zio non aveva nemici, non aveva collaboratori in casa e non era un razzista, perché rispettava la vita umana e le diversità, cosa che io non farò più se le ipotesi che girano saranno confermate”. Così il nipote materno di Vincenzo Solano. «Non si può essere sgozzati per poche centinaia di euro», ha aggiunto l’uomo commentando il ritrovamento del cellulare e di un computer dello zio nel borsone di un extracomunitario della Costa d’Avorio ospite del Cara di Mineo. «Mio zio – ha ricordato – aveva lavorato per molti anni in Germania alla Mercedes, e lì aveva conosciuto sua moglie, che era dipendente di un pastificio. Hanno due figlie: una vive a Palagonia l’altra nel nord Italia. Una famiglia tranquilla di grandi lavoratori. Ieri sera, come sempre, i miei zii hanno cenato da mia madre e poi sono tornati a casa e oggi abbiamo scoperto questa grande tragedia».
Intanto il sindaco di Palagonia, Valerio Marletta, ha annunciato «il lutto cittadino a partire da domani» e ha segnalato il rischio che l’eventuale coinvolgimento nell’episodio di un extracomunitario «possa fare cambiare qualcosa in paese, visto il clima che c’è già in Italia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA