A Vaccarizzo, in via Arzilla, è festa grande quando il 21 aprile 2021 Michele Vinciguerra, ‘u cardunaru’, esce dal carcere dopo aver scontato 12 anni di galera per la condanna nell’inchiesta Revenge che nel 2009 mette a tappeto i Cappello-Bonaccorsi. Lo stile è quello di Gomorra o dei Casamonica, fuochi pirotecnici e concerto neomelodico per “celebrare” il ritorno in libertà del boss, che ieri però è tornato nuovamente in gattabuia nel blitz Kynara (nome ispirato proprio dal nomignolo di Vinciguerra). E ai festeggiamenti non può di certo mancare il calabrese Saverio Zoccoli, socio nel traffico di cocaina. Ma i due sono uniti da un legame che va oltre la joint-venture criminale. Vinciguerra assicura al trafficante un bed and breakfast per ogni pernottamento a Catania. E inoltre le due famiglie passano molto spesse le vacanze assieme.
L’esponente di rango dei Cappello carateddi è l’unico tra le 31 persone coinvolte nell’inchiesta accusato di associazione mafiosa. Appena mette piede fuori dal carcere Vinciguerra pare non riesca a tenersi fuori dalle dinamiche del clan.
Il pentito Carmelo Liistro, ex uomo di fiducia di Massimiliano Cappello (fratello del capomafia Turi), racconta che «il clan è suddisivo in più gruppi» dopo la sparatoria dell’8 agosto 2020 contro i Cursoti Milanesi. Il pentito scatta una fotografia degli attuali assetti: «I reggenti attuali sono da una parte Rocco Ferrara, insieme ai fratelli Di Stefano (Renè e Giovanni),e Piero “pummaroru” (Pietro Guerrera, ndr) che si era tenuto defilato fino a poco tempo fa…».
Su Vinciguerra dice che «è un capogruppo dei Cappello» che può agire «in maniera autonoma». Il boss, amante dei botti e del neomelidico, avrebbe le mani su un buon pezzo del quartiere San Cristoforo. «Ha il controllo di via Piombai, Salette e Tondicello della Playa. Il gruppo delle Salette è passato da Massimiliano Salvo al “Cardunaro”»., rivela Liistro.