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Open Arms, Salvini sul processo: «La sinistra è responsabile, film già visto con Berlusconi»

Il leader della Lega e vicepremier non è presente a Palermo

Di Redazione |

“E’ una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”. Lo dice il vicepremier Matteo Salvini a Libero parlando del processo a Palermo sulla vicenda della nave Open Arms in cui è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

“La Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”, dice Salvini. “Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato”, ha dichiarato ancora il vicepremier.

Di un altro avviso è Luca Casarini, capomissione della ong Mediterranea. “Spero che oggi si parli di giustizia. Giustizia nei confronti dei più deboli, di donne, uomini e bambini. Giustizia per quello che sta accadendo nel Mediterraneo, con naufragi continui. Lager in Libia. Il nostro auspicio è che oggi venga scritta una pagina di giustizia”. Parlando delle parole di Matteo Salvini secondo cui questo processo è “un attacco della sinistra” e che questo è un processo contro l’Italia, Casarini dice: “Penso che non sia un processo contro l’Italia ma un processo contro quello che disonora l’Italia”.

«La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso». Così il sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria al processo Open Arms, ricostruendo il contesto del diritto nazionale e sovranazionale sui salvataggi in mare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA