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Open Arms, Gasparri propone alla Giunta di non mandare Salvini a processo

Di Redazione |

ROMA – Matteo Salvini non vada a processo: è la proposta del presidente della Giunta delle immunità del Senato Maurizio Gasparri nella relazione presentata ai senatori della Giunta, in cui chiede di negare la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal tribunale dei ministri di Palermo nei confronti dell’ex ministro dell’nterno sul caso Open Arms.

 «In questa sede non occorre valutare se siano o meno condivisibili le scelte effettuate dal ministro Salvini – ottolinea il presidente della Giunta – e le misure poste in essere dallo stesso in materia di immigrazione, ma solo se queste ultime fossero rivolte o meno al perseguimento di un interesse pubblico inerente all’azione di governo, a prescindere dall’efficacia delle stesse e dalla idoneità a raggiungere gli obiettivi perseguiti». 

Il presidente ritiene quindi opportuno che la Giunta proponga all’aula del Senato di rigettare la richiesta di autorizzazione del tribunale dei ministri di Palermo rispetto all’ex ministro dell’Interno.

A sostegno della sua proposta,  Gasparri rimarca la «condivisione implicita» dell’azione dell’ex ministro dell’Interno con la presidenza del Consiglio. In particolare questo sarebbe certificato dal decreto interministeriale del primo agosto 2019 con cui si vietava l’ingresso e la sosta nel territorio italiano alla nave dell’ong spagnola. Sarebbe inoltre evidente, secondo Gasparri, che il premier Conte conosceva e condivideva implicitamente la linea del Viminale, tanto da aver chiesto di far sbarcare i minori, il che implica tenere gli altri a bordo.

«Negli altri casi (di richieste di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, ndr) in cui non c’era traccia di un intervento esplicito del premier Conte, qui è ancora più nitido il coinvolgimento del governo» secondo Gasparri.

Nei casi precedentemente affrontati dalla Giunta, riguardanti le navi militari Diciotti e Gregoretti, «non ci furono riunioni del Consiglio dei ministri né direttive né esternazioni del premier. Qui Conte a un certo punto interviene con uno scambio di lettere tra lui e Salvini», ha sottolineato aggiungendo: «Conte scrive al ministro dell’Interno che deve far sbarcare i minori. Per gli altri (migranti, ndr) si deve valutare la redistribuzione, che non è un fatto automatico ed era faticosamente negoziata. E alla fine Salvini risponde: “Non sono d’accordo ma obbedisco” perché riconosce il ruolo del primo ministro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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