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Omicidio Lupo, dietro il delitto dissidi familiari e beni contesi tra cui diamanti

Si tenta di far luce sull'assassinio dell'ex presidente del Consiglio Comunale di Favara ucciso nel pomeriggio di Ferragosto dentro un bar

Di Franco Castaldo |

L’autopsia effettuata ieri pomeriggio sul cadavere di Salvatore “Totò” Lupo, 45 anni di Favara, ucciso il giorno di Ferragosto dentro un bar da un killer solitario che gli ha sparato tre colpi di revolver calibro 38, fornisce le prime conferme e mette subito in chiaro che l’ex presidente del Consiglio comunale di Favara è stato assassinato da un killer professionista che ha fatto fuoco da una distanza di 60/80 cm colpendo la vittima sotto l’ascella e alla tempia. Una sorta di colpo di grazia rivelatosi letale. Le prime indicazioni sono state fornite alle parti presenti all’esame autoptico dal dottor Cataldo Raffino, consulente tecnico nominato dal Pubblico ministero Paola Vetro. Per il professionista, il sicario era più alto della vittima (1,73 cm).  La necroscopia consegna, inoltre, elementi (in attesa della relazione definitiva) che rendono verosimile la dinamica del delitto ipotizzata a caldo con la vittima di fronte al bancone raggiunto dai proiettili. 

All’esame autoptico erano presenti gli avvocati Salvatore Pennica che assiste la moglie della vittima, Maria “Giusy” Barba (che ha nominato consulente la dottoressa Loredana Minacapilli Marotta presente all’esame) e Domenico Russello che patrocina la famiglia Lupo, carabinieri e specialisti del Ris. Il perito da adesso avrà 90 giorni di tempo (salvo proroghe) per consegnare la relazione autoptica che dovrà individuare le cause specifiche della morte di Lupo e «quanto altro di utile» per le indagini sul delitto. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo  contro ignoti ma ha già individuato le parti offese che sono la moglie e i figli della vittima ed i suoi genitori: sei persone in tutto. Trova, altresì conferma, ma non dalla perizia necroscopica, che con ogni probabilità Salvatore Lupo è stato seguito dal sicario solitario che poi ha agito con freddezza non appena la vittima designata ha fermato la sua auto, una Porsche Macan (sequestrata), davanti al bar di via IV novembre e fatto ingresso nel locale pubblico dove è stato freddato a pistolettate. Al vaglio degli inquirenti anche un tentativo di transazione bonaria, dopo i violenti dissidi che hanno portato alla separazione, tra la vittima e la moglie al fine di evitare pesanti ripercussioni e strascichi poco piacevoli. Gli avvocati delle parti, ossia Salvatore Pennica e Mimmo Russello, stavano trovando una soluzione indolore mai raggiunta. Sul piatto della bilancia molti beni mobili ed immobili, conti correnti e sinanco diamanti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA