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Oltre 5 tonnellate di cocaina su un peschereccio nel Canale di Sicilia: per i trafficanti “salta” affare da 850 mln di euro

Cinque persone sono state fermate nell'operazione del Comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza che viene considerata la più importante mai effettuata in Italia

Di Redazione |

Cinque persone – un italiano, due tunisini, un francese e un albanese – sono state fermate dalla Dda di Palermo, dopo che sul peschereccio sul quale viaggiavano sono state sequestrate, oltre 5,3 tonnellate di cocaina, il più importante sequestro mai eseguito in tutta Italia. L’operazione è stata condotta dal comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza con numerosi mezzi aerei e navali del comando operativo aeronavale di Pratica di Mare (RM) e del reparto operativo aeronavale di Palermo, in coordinamento con gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo e sotto la direzione della Dda Palermo.

Ai cinque fermati si aggiungono anche i 15 componenti dell’equipaggio della «nave madre», battente bandiera della Repubblica di Palau. Le persone già fermate sono Vincenzo Catalano, 35 anni di Bagnara Calabra (Rc) – comandante del motopeschereccio; Kamel Thamlaoui, tunisino, 53 anni residente in Tricase (Le); Sami Mejri, tunisino, 48 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto (Me); Yanis Malik Bargas , francese, 19 anni; Elvis Lleshaj, albanese, 35 anni, che da Porto Empedocle sono stati trasferiti nel carcere Pagliarelli di Palermo.L’equipaggio del mercantile – composto da 15 persone di nazionalità ucraina, turca e azera – viene, al momento, scortato da mezzi navali della guardia di finanza che stanno facendo rotta verso il porto di Palermo.

L’operazione che ha portato al più importante sequestro di cocaina mai eseguito in tutta Italia è cominciata martedì sera. Su segnalazione del II reparto del comando generale della guardia di finanza – un Atr 72 del comando operativo aeronavale, in servizio di ricognizione nel canale di Sicilia, impiegato da alcuni giorni nel monitoraggio di una nave mercantile, ha rilevato l’avvicinamento al cargo battente bandiera della Repubblica di Palau (isole del Pacifico ndr) di un peschereccio partito dalle coste calabresi.E’ stato quindi predisposto un dispositivo di polizia, con l’impiego di ulteriori mezzi aerei e navali in forza al gruppo aeronavale di Messina, al gruppo esplorazione aeromarittima e al reparto operativo aeronavale di Palermo e con il supporto investigativo degli specialisti del Gico e del nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo.

Durante la notte è stato accertato che la “nave madre” stazionava ai limiti delle acque territoriali dove aspettava il peschereccio, verosimilmente per un trasbordo illecito. Nelle prime ore di ieri sono state registrate anomale operazioni di accumulo di numerosi pacchi sul ponte della nave «madre» che poi sono stati scaricati in mare mentre si avvicinava il peschereccio italiano, che nel frattempo aveva disattivato il sistema di localizzazione Ais, per recuperare il carico gettato in mare.I finanzieri sono subito entrati in azione bloccando il peschereccio che stava facendo rientro verso le acque territoriali, a bordo del quale, occultato dietro una pannellatura che celava un ampio locale, è stato scoperto l’enorme quantitativo di stupefacente. Le unità navali del Corpo hanno inseguito la nave mercantile che nel frattempo stava cercando, senza successo, di riprendere il largo in direzione della Turchia. Il peschereccio è stato scortato al porto di Porto Empedocle (Ag) mentre la «nave madre», con un equipaggio composto da 15 soggetti di nazionalità ucraina, turca e azera, è, al momento, scortata da mezzi navali verso il porto di Palermo. Le oltre 5,3 tonnellate di cocaina destinate al mercato italiano avrebbero fruttato oltre 850 milioni di euro.

«Si tratta del più importante sequestro di cocaina mai effettuato in Italia e uno dei più rilevanti a livello mondiale: 5,3 tonnellate di droga che avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali profitti per oltre 850 milioni di euro». Lo dice Gianluca Angelini comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Palermo.«Il Canale di Sicilia – sottolinea Angelini – si conferma crocevia dei traffici illeciti nonché una delle principali direttrici verso l’Europa dei flussi di cocaina provenienti dal Sud America. Per questo l’attenzione investigativa della Guardia di Finanza si mantiene molto alta in questo particolare teatro operativo, sfruttando appieno le potenzialità del dispositivo integrato tra la componente investigativa territoriale e quella aeronavale nell’esercizio delle funzioni di «polizia del mare” affidate in esclusiva al Corpo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA