Anche Google celebra con un doodle la storica congiunzione di oggi fra Giove e Saturno, un evento astronomico che non avveniva da 4 secoli e che potremo ammirare solo fra altri 60 anni. Google ha infatti dedicato il suo logo all’allineamento dei pianeti che oggi sarà al culmine, “un evento straordinario che si ripeterà solo nel 2080” ed è “tanto imperdibile quanto fugace”, sottolinea l’Istituto Nazionale di Astrofisica spiegando che “i due pianeti restano visibili meno di due ore prima di scomparire dietro la linea dell’orizzonte”. Il rendez vous è visibile per poche ore, poi, “dalla sera successiva Giove e Saturno cominciano di nuovo ad allontanarsi lentamente nel cielo, procedendo lungo le loro orbite”, spiega ancora l’Inaf.
Così, per consentire a tutti di ammirare lo spettacolo astronomico, alcune sedi Inaf distribuite in tutta la penisola – Bologna, Roma, Padova, Palermo e Trieste – hanno unito le loro forze e realizzeranno in diretta l’evento “Giove e Saturno: l’incontro dei giganti”, che sarà possibile seguire a partire dalle 17:00 di oggi sui canali Facebook e YouTube di EduInaf.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica spiega con un post sul sito ufficiale che “Giove e Saturno stanno regalando uno spettacolo ogni giorno più suggestivo a chiunque riesca, complice il cielo sereno, a guardare verso sud-ovest poco dopo il tramonto”.
Gli astronomi e astrofisici dell’Inaf sottolineano che “iniziato già da mesi, il lungo avvicinamento culmina oggi, lunedì 21 dicembre”. E’ “un effetto prospettico” a far apparire i due corpi celesti, “in realtà distanti centinaia di milioni di chilometri l’uno dall’altro” separati “da solo un decimo di grado, un quinto del diametro della luna piena nel cielo”.
Gli scienziati dell’Inaf sottolineano che a occhio nudo Giove e Saturno sembreranno “quasi indistinguibili l’uno dall’altro, ma già utilizzando un binocolo o un piccolo telescopio sarà possibile risolvere i due pianeti e anzi osservarli – occasione davvero unica – nello stesso campo di vista”.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica ricorda che “Giove e Saturno si avvicinano regolarmente nelle loro orbite ogni vent’anni circa, ma non tutte le congiunzioni producono effetti tanto spettacolari per noi che osserviamo dalla Terra”.
L’ultima congiunzione così ravvicinata è avvenuta circa 400 anni fa, il 16 luglio 1623. Dall’Inaf osservano che “in quell’occasione, secondo i calcoli, i due pianeti si trovavano però troppo vicini al Sole nel cielo per poter essere osservati”. Occorre risalire al basso medioevo, “precisamente al 4 marzo 1226, per ritrovare un evento celeste di simile portata, potenzialmente visibile nei cieli terrestri”
“Pensiamo all’emozione di un Galileo se puntasse oggi il suo telescopio sulla coppia Giove-Saturno in incredibile congiunzione” commenta Marco Tavani, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica. “All’epoca, 13 anni prima della ultima grande congiunzione del 1623, Saturno gli apparve ‘triplicè e incomprensibile (non poteva distinguere la forma degli anelli che deformavano la struttura puntiforme del pianeta)”.
Invece, Tavani ricorda che “Giove si rivelò con i suoi piccoli “satelliti”, un mirabolante sistema planetario in miniatura che nessuno aveva anticipato e che dimostrava che i pianeti potevano essere dotati di ‘lune’, addirittura quattro”. “Un gesto apparentemente ‘inutile’ quello di Galileo: puntare uno strumento ottico amplificatore non sulla terra o alla ricerca di navi lontane ma in cielo. Un gesto ‘inutile’ che ha cambiato la nostra vita, scienza allo stato puro che cambia l’umanità. In meglio” scandisce Tavani.