Noto, falchi e poiane per liberare
Noto, falchi e poiane per liberare il barocco dall’attacco dei piccioni
Obiettivo: entro giugno via il 70% dei colombi / FOTO
Noto. Al primissimo volo sui cieli del centro storico Barocco, il falco lanciato da Antonio Centamore, responsabile della Scuola internazionale di falconeria di Gravina di Catania, ha voluto mettere in chiaro le cose sin da subito. Lui è il rapace, il cacciatore.
Dal terrazzo di palazzo Trigona è arrivato fino al campanile della Basilica di San Nicolò e c’è rimasto qualche frazione di secondo in più, forse per godersi lo spettacolo di Noto vista dall’alto. Poi si è messo a cacciare i piccioni, volatili a cui l’amministrazione comunale ha deciso di dichiarare guerra. Il primo volo del bird control per cui l’amministrazione comunale spenderà circa 19 mila euro è stato effettuato ieri mattina.
L’assenza di vento non ha giocato a favore dei rapaci, ma quello che importa, come sottolinea Antonio Centamore, è che i falchi e le poiane inizino a conoscere il loro ambiente di lavoro. La loro missione è quella di allontanare i colombi dal centro storico di Noto, spaventandoli. Di tempo a disposizione ne hanno, ma di certo non sarà facile e i risultati non si vedranno subito. E questo Centamore lo spiega mentre assieme all’amico Seby Caristia, commerciante netino che da poco si è avvicinato al mondo della falconeria, al dirigente comunale Leo La Sita e alla stampa locale, sale le scale dell’ala abbandonata del palazzo nobiliare della famiglia Trigona.
“Le prede – dice Centamore – quindi i colombi, si dividono in due principali categorie. Ci sono quelli locali e quelli occasionali. Allontanare quest’ultimi sarà più facile e ci vorrà meno tempo. Per i colombo locali, invece, il discorso è più complicato. Sono legati al territorio, ai cieli e alle costruzioni della città. Conoscono bene come volare e proveranno a nascondersi per non farsi vedere dal predatore. Ma poi entra in gioco la loro memoria biologica”.
L’esperimento portato avanti dall’amministrazione comunale targata Corrado Bonfanti è di quelli a impatto zero ed è stato mutato da città più importanti. I voli dei rapaci, sia falchi che poiane, saranno 3 a settimana, ripetuti a distanza di 15 giorni. Così fino al mese di giugno, quando poi sarà stilato il primo bilancio che, stando alle stime sia dell’esperto che dell’amministrazione comunale potrebbe segnare un bel 70% in meno di colombi in volo sul cielo netino. Voli che avverranno nelle prime ore del pomeriggio, sempre che il vento lo permetta.
Ieri, per esempio, ce n’era poco e i rapaci alternati da Centamore, prima un falco e poi una poiana, quest’ultima ribatezzata Corradina in onore di San Corrado, patrono della città, hanno volato per pochi minuti, giusto per abituarsi. Tecnicamente i due tipi di rapace avranno utilizzi diversi: il falco riesce a volare più alto e potrà intercettare stormi di colombi interi, la poiana, invece, lavorerà ad altezza cornicioni e balconi. Sgomberato il campo da qualsiasi accusa di pratica venatoria, sollevata dalla Lipu Siracusa nelle scorse settimane, prima di tornare alla macchina e passando nuovamente tra le stanze vuote di palazzo Trigona, Antonio Centamore approfondisce il concetto di memoria biologica.
“Le prede – spiega – capiranno solo con il tempo che restare tra i cieli di Noto è pericoloso perché dovranno convivere con i voli di predatori. Loro non lo sanno che è solo una tecnica per farli spaventare, ma alla fine preferiranno cambiare aria e cercare nuovi orizzonti”.
La missione è appena cominciata: Centamore richiama i rapaci a suon di fischietto mentre sotto, tanti netini incuriositi, guardano verso l’alto naso all’insù. Qualcuno ci scherza, qualcun altro esprime i suoi dubbi. Ma solo a fine giugno se ne potrà parlare con cognizione di causa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA