CATANIA – Pochi giorni fa abbiamo pubblicato il video postato dalla pagina Facebook Strettometeo e realizzato dal pescatore messinese Francesco Billè che riprende una squalo nello stretto di Messina. Abbiamo guardato attentamente il video postato con il titolo “Squalo bianco avvistato nello Ionio” e nel quale il pescatore parla più volte di squalo bianco: anche a noi “profani” è parso uno squalo bianco. Ma in redazione è giunta la precisazione di un grande esperto di squali, il professor Alessandro De Maddalena, ovvero il maggior specialista dello squalo bianco nel Mediterraneo, avendo studiato questo fenomeno per anni in maniera scientifica.
De Maddalena è un ricercatore, scrittore, illustratore, fotografo naturalista ed expedition leader. È dottore magistrale in Scienze Naturali e si è laureato all’Università degli Studi di Milano, con una tesi proprio sulla presenza dello squalo bianco nel Mediterraneo. È professore a contratto di Zoologia dei Vertebrati per il corso di laurea in Scienze Marine dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. È collaboratore di Apex Shark Expeditions (Sudafrica), di Rodney Fox Shark Expeditions (Australia) e di Strømsholmen Sjøsportsenter (Norvegia), con i quali ha condotto oltre 40 spedizioni. Durante tali spedizioni tiene corsi di biologia degli squali (in Sudafrica e Australia) e dell’orca (in Norvegia). È curatore della Banca Dati Italiana Squalo Bianco, membro fondatore del Gruppo Mediterraneo di Ricerca sugli Squali, Investigatore Regionale del Global Shark Attack File e Ambasciatore di Undersea Soft Encounter Alliance.
E la “sentenza” di De Maddalena è questa: «In realtà quello del video che avete pubblicato è uno squalo mako dalle pinne corte (Isurus oxyrinchus) e non uno squalo bianco. In bocca ha una razza, esattamente una mobula (Mobula mobular).».
Poche parole, ma per noi inappellabili. Quello che hanno filmato dalla feluca Felicia Seconda nello Stretto di Messina è uno squalo mako e non uno squalo bianco. Che comunque è una specie che si trova da sempre nel mar Mediterraneo, anche se gli avvistamenti sono sempre più rari come conferma lo stesso De Maddalena nella video intervista qui sotto.
E sebbene l’ultimo avvistamento ufficiale di un grande esemplare risalga al marzo del 2017 in Marocco, va comunque detto che è documentata l’esistenza nel canale di Sicilia di una sorta di “nursery area” ovvero zone in cui le femmine gravide partoriscono e i piccoli trascorrono i primi periodi di vita: nei pressi di Lampedusa nei mesi più caldi, si registra la più alta presenza di giovani.
Oltre allo squalo bianco, nel Mediterraneo si possono trovare altre specie pericolose di squali, eccole:
VERDESCA
Nota anche col nome di squalo azzurro, è una delle pecie di squalo che si incontra più facilmente anche se la pesca al tonno e pesce spada con i palangari, e con le reti derivanti adesso vietate, ne ha decimato gli esemplari. Le dimensioni medie degli esemplari adulti si aggirano sui due metri, tuttavia quelli più grandi possono superare i 3,5 metri.
SQUALO MAKO
Vive principalmente nelle acque tropicali e subtropicali, tuttavia come dimostra il video del pescatore messinese è presente anche nei mari temperati e dunque nel Mar Mediterraneo, sebbene sia piuttosto raro avvistarlo. Lungo fino a quattro metri, questo predatore è noto per i grandi salti di cui è capace e per la dentatura impressionante, molto più “spaventosa” di quella dello squalo bianco.
Per approfondire leggi anche: Squalo spiaggiato nell’Agrigentino dopo un combattimento con pesce spada
SQUALO TORO
È più docile di molti altri squali, sebbene a questa specie, siano attribuiti diversi attacchi contro l’uomo. Il suo aspetto è poco rassicurante a causa della mole tozza e la dentatura davvero mostruosa. Può superare i tre metri di lunghezza ed è ritenuta una delle specie più minacciate di estinzione.