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«Non c’è abbastanza acqua per affrontare l’estate», il commissario nazionale lancia l’allarme

Le parole di Nicola Dell’Acqua. La situazione degli invasi siciliani non è rosea

Di Redazione |

«Ho una visione pessimistica, il Meridione e le isole hanno per i bacini una situazione peggiore dell’anno scorso, la prossima estate sarà particolarmente dura». Lo ha detto il commissario straordinario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua intervenendo ad un convegno sul fotovoltaico flottante. Dell’Acqua ha rilevato che la situazione è talmente emergenziale che non c’è tempo da perdere, anche tempi della burocrazia per mappatura delle aree idonee per la realizzazione di strutture.

La situazione

Sono 12 le dighe siciliane che, su un totale di 32, raccolgono acqua con sistema misto da utilizzare per uso potabile e con finalità irrigua. A tenere sotto controllo quotidiano la quantità d’acqua ìimmagazzinata negli invasi è il dipartimento regionale dell’Autorità di Bacino del distretto idrografico di Sicilia. L’ultimo report del 28 febbraio scorso, ha certificato che l’acqua già invasata nei 12 invasi assommava a circa 142,5 milioni di metri cubi, quantità che non fa sperare bene popolazioni e agricoltori che dalla stagione invernale si aspettavano piogge più copiose. Le cifre complessive, pubblicate ogni giorno nella tabella della Regione sarebbero più basse, poco meno di 100 milioni di metri cubi, con volume utile netto per gli utilizzatori, in quanto sono presenti nel conteggio le quote di interrimento e quelle cosiddette morte.Degli invasi siciliani sono uno, il Fanaco, nell’Agrigentino, è a uso esclusivamente potabile. Seguono poi quelli ad uso promiscuo, potabile ed irriguo: Castello, Garcia (M. Francese), Poma, Rosamarina e Scanzano. Vanno pure elencate quelle dighe che hanno una funzione triplice, potabile, irriguo ed elettrico: Ancipa, Piana degli Albanesi e Prizzi. Seguono quelle a scopo potabile ed elettrico come Piano del Leone e potabile irriguo e industriale come il Ragoleto. Le piogge del mese di febbraio hanno incrementato non di molto l’accumulo dell’acqua nelle nelle 12 dighe in questione che presentano l’uso promiscuo.

Le cifre, che oggi fanno sperare positivamente in una stagione almeno positiva per quei territori e per quei bacini imbriferi, sono l’Ancipa, il Gracia, il Rosamarina, il Santa Rosalia, seguite a ruota dal Castello, da Piana degli Albanesi e dallo Scanzano che comunque hanno bisogno di aumentare ancora i livelli, se dovesse piovere tra marzo ed aprile.In questa possibilità sperano, infatti, migliaia di agricoltori siciliani che attingono l’acqua per irrigare frutteti in genere e colture ad ortaggi con il liquido in corso di immagazzinamento nelle altre 15 dighe di tutto il territorio isolano ad uso esclusivamente irriguo.I coltivatori aspettano di conoscere le cifre finali dei volumi d’acqua alla data del 1° marzo scorso, dato che a febbraio le precipitazioni atmosferiche sono state più sostenute rispetto ai mesi scorsi di fine anno. Saranno comunicate dall’Autorità di Bacino entro il prossimo fine settimana. Il loro sguardo è rivolto spesso al cielo plumbeo e alle notizie del Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA