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LA FAIDA FAMILIARE

«Non abbiamo gettato noi la benzina e dato fuoco a Giusi»: l’interrogatorio delle due donne accusate di tentato omicidio a Catania

Agata Vitanza e Rosa Alessandra Gennamari hanno risposto alle domande del Gip

Di Francesca Aglieri Rinella |

Prima un giro di ricognizione lungo via Luigi Capuana, poi l’idea di comprare la benzina “ma solo come deterrente”: hanno risposto alle domande del Gip Simona Ragazzi, ma negando ogni responsabilità nell’aggressione con liquido infiammabile ai danni della donna di 26 anni, Giusi, a cui è stato dato fuoco Agata Vitanza e Rosa Alessandra Gennamari, questi i nomi delle due donne fermate con l’accusa di tentato omicidio. Il fermo è stato eseguito dalla Squadra Mobile su disposizione della procura, con l’indagine affidata all’aggiunto Fabio Scavone.

Oggi nel carcere di Piazza Lanza dove sono detenute da sabato notte hanno fornito la loro versione di quanto accaduto in strada. Ad appiccare le fiamme sarebbe stato qualcuno della famiglia rivale e non loro – hanno detto Vitanza e Gennamari – nonostante avessero portato la benzina acquistata poco prima in un distributore di carburante della zona.

Chi sono

Vitanza è la madre di una delle due ragazzine che si contendevano “un amore”, mentre Gennamari è l’amica di famiglia con cui Vitanza si trovava in casa al momento delle ultime telefonate con toni minacciosi. Avevano fatto prima un giro di ricognizione e avevano visto che in via Capuana “c’erano circa una ventina di donne”.

Una faida tra due famiglie iniziata a gennaio – con quasi tutte protagoniste le donne adulte – iniziata con lo scambio di messaggi tra due ragazzine per un amore conteso e degenerato con il confronto in via Capuana e l’aggressione alla 26enne Giusi. Sarà il Gip nelle prossime ore a decidere se convalidare o no il fermo. Gennamari è assistita dall’avvocato Daniele Cugno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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