IL PROCESSO
Mafia dei Nebrodi, la storica sentenza: 90 condanne per 600 anni di carcere a boss e “colletti bianchi”. Tutti i nomi
Il procedimento nato da un’operazione che oltre a ricostruire l’organigramma dei clan ha scoperto una truffa milionaria, commessa dalle cosche, ai danni dell’Ue
L’epilogo del maxi processo frutto dell’operazione Nebrodi, che ha scoperto una truffa milionaria all’Unione Europea, è di 90 condanne per oltre 6 secoli di carcere e 11 assoluzioni. Un dispositivo di 17 pagine che il collegio del Tribunale di Patti, composto dal presidente Ugo Scavuzzo e i giudici Andrea La Spada ed Eleonora Vona, ha letto in piena notte. La camera di consiglio è durata parecchi giorni. È forse una delle sentenze più attese dell’anno, visto il numero degli imputati (101) e che riguarda il fenomeno della mafia dei pascoli che da diversi anni la magistratura messinese sta cercando di arginare e dirimere. Una mafia dei pascoli che piano piano è diventata imprenditoriale riuscendo anche a bypassare le più moderne normative grazie purtroppo alla complicità di colletti bianchi.
Le pene più dure sono nei confronti di Salvatore Faranda (30 anni), Sebastiano biondino Bontempo (25 anni e 7 mesi) e Sebastiano belloccio Conti Mica (23 anni e 6 mesi). Alla sbarra le famiglie dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, che sono riusciti grazie anche ai funzionari dei Centri Commerciali Agricoli di far finire le casse dei clan i fondi dell’Agea. Ma l’inchiesta, coordinata dall'aggiunto Vito Di Giorgio e i pm Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Alessandro Lo Gerfo, è riuscita a scoperchiare il sistema criminale e smantellarlo.
Gli imputati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa, truffa all’Ue, falso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori. A istruire l'atto d’accusa alle «famiglie» mafiose dei Nebrodi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo è stata la Dda di Messina che in 20 mesi ha ricostruito davanti al tribunale di Patti gli organigrammi dei clan svelando complicità di prestanomi e insospettabili professionisti. La «mafia dei pascoli» non c'è più, hanno sostenuto i pm. Al suo posto c'è una organizzazione imprenditoriale al passo coi tempi e capace di sfruttare le potenzialità offerte dall’Unione Europea all’agricoltura.
Prevalentemente su base familiare, in rapporti con Cosa nostra palermitana e catanese, la mafia dei Nebrodi ha continuato a usare vecchi metodi come la minaccia e la violenza, ma i taglieggiamenti spesso erano finalizzati all’accaparramento di terreni, la cui disponibilità è presupposto per accedere ai contributi comunitari; «settore, questo, – scrisse il gip che firmò oltre 90 misure cautelari e il sequestro di 151 imprese – che costituiva il principale, moderno, ambito criminale di operatività delle famiglie mafiose». Gli inquirenti hanno anche accertato che il denaro illecito transitava spesso su conti esteri per, poi, «rientrare in Italia, attraverso complesse e vorticose movimentazioni economiche, finalizzate a farne perdere le tracce».
I clan grazie all’aiuto di professionisti puntavano all’accaparramento di utili, infiltrandosi in settori strategici dell’economia legale e – spiegò il gip – «depredandolo di ingentissime risorse».
Parti civili nel processo l’assessorato regionale Territorio ambiente, le associazioni Addiopizzo e SOS imprese, il Parco dei Nebrodi, il centro studio Pio Lo Torre, l’Agea, il Comune di Tortorici. Le indagini iniziate su input inizialmente anche dall’ex procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia ora procuratore a Palermo. In aula anche molti degli avvocati dei 101 imputati che invece erano collegati in videoconferenza. In aula anche Giuseppe Antoci presidente della Fondazione Caponnetto ed ex presidente del Parco dei Nebrodi che ha denunciato il rischio che le mani dei clan arrivassero ai fondi europei.
Tutte le condanne
Pasqualino Agostino Ninone 13 anni e 4 mesi di reclusione, Laura Arcodia 2 annie 2 mesi, Sebastiano Armeli 7 anni e 4 mesi, Giuseppe Armeli 9 anni e 2 mesi, Giuseppe Moccia Armeli 9 anni e 2 mesi, Giuseppe Moccia Armeli 3 anni e 10 mesi, Rita Moccia Armeli 7 anni e 8 mesi, Salvatore Moccia Armeli 5 anni e 4 mesi e 5000 euro di multa, Salvatore Moccia Armeli 5 anni e 4 mesi, Calogero Barbagiovanni 15 anni, Alessio Bontempo 2 anni, Gino Bontempo 4 anni, Giuseppe Bontempo 3 anni e 4 mesi, Salvatore Bontempo 12 anni, Sebastiano biondino Bontempo 25 anni e 7 mesi, Sebastiano Bontempo Scavo 6 anni e 6 mesi, Salvatore Calà Lesina 10 anni, Maria Chiara Calabrese 10 anni, Gino Calcò Labruzzo 10 anni, Antonio Calì 3 anni e 4 mesi, Antonio Caputo 4 anni, Giuseppe Carcione 3 anni e 4 mesi, Jessica Coci 5 anni e 10 mesi, Domenico Coci 17 anni e 6 mesi, Carolina Coci 3 anni, Rosaria Coci 4 anni e 8 mesi, Sebastiano Coci 4 anni e 4 mesi, Denise Conti MIca 3 anni, Sebastiano Conti Mia 3 anni, Sebastiano belloccio Conti Mica 23 anni e 6 mesi, Giusy Conti Pasquarello 4 anni e 4 mesi, Ivan Conti Taguali 11 anni e 2 mesi, Massimo Costantini 5 anni, Antonina Costanzo Zammataro 4 anni e 4 mesi, Claudia Costanzo Zammataro 3 anni, Giuseppe Costanzo Zammataro (classe 50) 5 anni, Giuseppe Costanzo Zammataro (classe 1982) 12 anni, Loretta Costanzo Zammataro 3 anni e 2 mesi, Romina Costanzo Zammataro 3 anni, Valentina Costanzo Zammataro 6 anni, Barbara Cascrì 4 anni, Katia Crascì 4 anni e 4 mesi, Lucio Attilio Rosario Crascì 9 anni e 10 mesi, Salvatore Antonino Crascì 3 anni e 4 mesi, Sebastiano Crascì 6 anni e 6 mesi, Sebastiano Craxi 13 anni 7 mesi, Sara Maria Crimi 2 anni e 5 mila euro, Salvatore Dell’Albani 4 anni e 10 mesi, Santo Destro Tignino 10 anni e 6 mesi, Sebastiano Destro Tignino 10 anni e 6 mesi, Piero Di Bella 2 anni e 5 mila euro, Marinella Di Marco 6 anni e 11 mesi, Maurizio Di Stefano 3 anni e 4 mesi, Antonino Faranda 5 anni e 4 mesi, Aurelio Salvatore Faranda 30 anni, Davide Faranda 4 anni, Emanuele Antonino Faranda 6 anni e 2 mesi, Gaetano Faranda 6 anni e 2 mesi, Gianluca Faranda 4 anni, Massimo Giuseppe Faranda 11 anni, Giuseppe Ferrera 2 anni, Valentina Foti 2 anni e 5 mila euro, Vincenzo Galati Giordano 4 anni, Giordano Galati Giordano 21 anni e 8 mesi, Santo Galati Massaro 4 anni e 4 mesi, Daniele Galati Pricchia 4 anni e 10 mesi, Emanuele Galati Sardo 6 anni e 2 mesi, Mario Gulino 7 anni e 10 mila euro di multa, Alfred Mila 10 anni, Roberta Linares 4 anni e 2 mesi, Pietro Facciale Lombardo 11 anni e 8 mesi, Francesca Spagnolo Lupica 3 anni e 8 mesi, Rosa Maria Lucia Spagnolo 5 anni e 6 mesi, Jessica Mancuso Catarinella 3 anni e 7.500 euro di multa, Fabio Cristoforo Mancuso 3 anni, Antonio Marino Agostino 9 anni e 6 mesi, Rosario Marino 6 anni e 8 mesi, Rosario Marino 6 anni e 8 mesi, Giuseppe Natoli 6 anni e 8 mesi, Antonio Angelo Paterniti Barbino 4 anni e 10 mesi, Massimo Pirriatore 3 anni e 6 mesi, Elena Pruiti 5 anni e 2 mesi, Francesco Protopapa 10 anni, Angelamaria Reale 2 anni e 5 mila euro, Danilo Rizzo Scacca 3 anni e 6 mesi, Giuseppina Scinardo 3 anni e 4 mesi, Giuseppe Scinardo Tenchi 4 anni, Angelica Giusy Spasaro 3 anni e 4 mesi, Giuseppe Natale Spasaro 2 annie 6 mesi, Antonia Strangio 11 anni e 10 mesi, Mirko Talamo 3 anni, Giovanni Vecchio 10 anni e 3 mesi, Carmelino Zingales 5 anni e 8 mesi.
Il Tribunale di Patti ha disposto le confische di diverse imprese, beni e somme. Alcuni imputati sono stati anche condannati a risarcire le parti civili.
Il collegio di Patti ha formulato alcune assoluzioni parziali, ma 11 imputati sono stati assolti da tutte le accuse: Lucrezia Bontempo, Sebastiana Calà Campa, Andrea Caputo, Arturo Carcione, Rosa Maria Faranda, Innocenzo Floridia, Salvatore Aurelio Faranda, Giuseppina Gliozzo, Giuseppe Alessandro Militello, Elisabetta Scinardo Tenghi, Salvatore Terranova. I difensori di quest'ultimo, gli avvocati Salvo Leotta e Franco Ruggeri esprimono «soddisfazione per l'assoluzione dai reati di concorso esterno e truffa aggravata».
Il Tribunale si è preso 90 giorni per le motivazioni della sentenza che è già diventata storica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA