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Neonato abbandonato a Ragusa, il padre è l’uomo che finse di averlo trovato in un cassonetto

Di Redazione |

Il padre del neonato trovato lo scorso 4 novembre avvolto in un plaid vicino a un cassonetto è lo stesso uomo che ha finto di trovarlo e ha chiamato la sala operativa della Questura.

I poliziotti delle Volanti avevano soccorso il neonato abbandonato dentro un sacchetto di plastica. Lo ha chiarito la polizia di Stato dopo le indagini. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno ascoltato l’uomo che aveva trovato il bimbo che affermava di aver notato, dinanzi la sua macelleria, un sacchetto di plastica e di essersi avvicinato per rimuoverlo credendo che contenesse spazzatura ma udendo dei gemiti aveva poi scoperto il neonato. L’uomo avrebbe chiesto aiuto a un’amica che, arrivata sul luogo del ritrovamento, decise insieme a lui di avvisare le forze dell’ordine. I poliziotti, hanno continuato le indagini ed è emerso che il macellaio, legato sentimentalmente ad una donna di 41 anni, la sera del 4 novembre scorso, è stato chiamato da lei, a Modica, e ha scoperto che la compagna aveva appena partorito.

La donna – dicono gli investigatori – aveva chiesto all’uomo di lasciare il bambino in ospedale, lui invece decise di metterlo in un sacchetto di plastica e trasportarlo fino a Ragusa, inscenando il ritrovamento. Grazie all’intervento della Polizia e di un’ambulanza il piccolo è stato portato in ospedale e posto subito in terapia intensiva. L’uomo è agli arresti domiciliari. 

Si tratta di un 59enne, un macellaio, accusato di abbandono di un neonato. Gli investigatori della Squadra Mobile avevano ascoltato l’uomo che aveva rinvenuto il piccolo, il quale aveva raccontato di aver notato, dinanzi la sua macelleria, un sacchetto di plastica e di essersi avvicinato per rimuoverlo, credendo che contenesse spazzatura, ma udendo dei gemiti aveva poi scoperto la presenza del piccolo, chiedendo poi aiuto ad un’amica che, accorsa sul luogo del ritrovamento, ha deciso insieme a lui di avvisare le forze dell’ordine. I poliziotti, hanno continuato, le indagini da cui è emerso che l’uomo, legato sentimentalmente ad una donna 41enne, la sera del 4 novembre scorso, dopo avere ricevuto una strana richiesta di aiuto da parte della donna, si era recato presso la sua abitazione a Modica ed aveva scoperto che la compagna aveva poco prima partorito un bambino.

«Non c’è stato nessun abbandono di minore. Confermo l’arresto e l’esistenza di una delicata indagine ma vorrei specificare che l’intervento della Polizia e di un’ambulanza sui luoghi del presunto ritrovamento del minore non sono stati casuali, né frutto di indagine. È stato infatti lo stesso indagato, in compagnia di un’amica, a chiamare le forze dell’ordine perché il neonato venisse trasportato al più presto in ospedale e lì, legittimamente, affidato alle cure dei sanitari ed a un’adozione, come previsto dalla legge» ha detto l’avvocato Michele Sbezzi, difensore del macellaio arrestato dalla Polizia con l’accusa di aver abbandonato il figlio neonato in via Saragat, a Ragusa, il 4 novembre scorso.

Secondo Sbezzi, quindi, «nessun abbandono si è verificato e, anzi, la salvezza del neonato è stata assicurata proprio dal fatto che l’indagato abbia scelto di chiamare con urgenza le forze dell’ordine». Inoltre «l’indagato aveva già reso piena testimonianza alla Polizia diversi giorni fa, senza nascondere nulla. Confido quindi che, già al primo interrogatorio di lunedì, il Gip vorrà revocare la misura degli arresti domiciliari».

Il macellaio e la donna madre del bambino, sono stati sottoposti all’esame del Dna. L’uomo, 59 anni, sposato e con figli, è stato interrogato dagli inquirenti una settimana fa ed ha raccontato di essere stato chiamato dalla donna, una modicana di 41 anni, con cui aveva avuto rapporti, solo dopo il parto e di non essere mai stato, in precedenza, a conoscenza della gravidanza. Anche la donna ha confermato la stessa versione, riferendo di non avere informato l’uomo di essere incinta e di averlo chiamato solo dopo il parto, chiedendogli di portare in bambino in ospedale in forma anonima, in modo da permettere di avviare le procedure di adozione. La donna ha detto che i rapporti con l’ex compagno si erano interrotti sei mesi fa. Solo l’esame del DNA potrà rivelare se i due sono i genitori del bimbo. Anche la donna risulta indagata. «L’uomo – riferisce il suo difensore, Michele Sbezzi – si è trovato di fronte ad una situazione inattesa, la nascita di un bambino di cui non sapeva nulla. Ha preso il bambino per fare ciò che la donna gli aveva chiesto. Ma, nell’occasione, ha perso lucidità e si è fatto travolgere dagli eventi: anziché recarsi in ospedale, si è diretto verso la macelleria di via Saragat che gestisce. Lì, ha chiamato una sua amica ed insieme hanno chiamato la Polizia: ma non ha mai abbandonato il bambino che è rimasto per tutto il tempo nel sedile della sua auto. Quando la Polizia e l’ambulanza sono arrivati, il bambino era in braccio alla figlia dell’amica, che ha 25 anni. Ma il bambino non è mai stato abbandonato sul marciapiede». L’uomo, comunque, non ha manifestato alcun intento di riconoscere il bambino. La donna, invece, dopo alcuni giorni si sarebbe pentita. Anche lei è difesa dall’avvocato Sbezzi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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