Nave Cassiopea nel Canale di Sicilia: migranti da Lampedusa verso l'Albania
A Lampedusa boom di sbarchi. A bordo dell'unità militare 11 richiedenti asilo
I primi 11 migranti candidati a sottoporsi alla «procedura accelerata di frontiera» in Albania sono stati a presi a bordo del Cassiopea, il pattugliatore della Marina Militare che da un paio di giorni staziona in acque internazionali ad una ventina di chilometri a sud di Lampedusa. La nave sosterà ancora nelle acque del canale di Sicilia per caricare altri richiedenti asilo prima di dirigersi verso il porto di Shengjin.
Soccorsi e portati sulla Cassiopea
A quanto si apprende, gli stranieri sono di nazionalità egiziana e bengalese. Sono stati recuperati da motovedette italiane mentre viaggiavano su barche partite dalle coste africane. E sono stati portati sul Cassiopea. Negli ultimi giorni si è registrata un’impennata di partenze. Ieri sono sbarcate a Lampedusa ben 469 persone con 10 approdi. Oggi ne sono arrivati altri 127 dopo che un’unità della Guardia costiera e ed un’altra di Frontex hanno soccorso al largo dell’isola due imbarcazioni partite da Zuwara, in Libia.
I precedenti
Gli altri due precedenti viaggi nel paese del presidente Edi Rama - il primo ad ottobre, il secondo a novembre - si erano conclusi con un flop. I giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma non avevano infatti convalidato i trattenimenti disposti dal questore della Capitale per i 20 stranieri trasferiti. Nel frattempo il governo ha cambiato l'iter con un emendamento inserito nel decreto flussi e spera in un esito diverso: a valutare saranno ora i giudici delle Corti di appello. Quella di Roma per i richiedenti asilo portati in Albania. Una novità criticata dalle toghe, oltre che dall’opposizione. Con in prima fila proprio il presidente della Corte d’appello della Capitale, Giuseppe Meliadò. «Ha destato sgomento - ha detto il magistrato nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario - la scelta del legislatore di trasferire, con procedura d’urgenza, senza alcun aumento dell’organico e senza risorse aggiuntive, alla Corte di appello di Roma le procedure di convalida dei provvedimenti di trattenimento degli stranieri adottati dal questore, ad appena pochi mesi dall’opposta scelta di rafforzare (a Roma con ben dieci posti in più) le sezioni di primo grado competenti in materia di protezione internazionale». Si tratta, ha aggiunto, "di una scelta priva di alcuna apparente razionalità, che rischia di destabilizzare i già precari equilibri del contenzioso, gettando un’ombra su tutta l’attività della Corte, per la sua indubbia capacità di interrompere i processi virtuosi con grande fatica avviati in questi ultimi anni».