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la tragedia

Naufragio Porticello, trovati i corpi di cinque dei sei dispersi: quattro sono stati identificati

Le operazioni dei sommozzatori dei Vigili del fuoco che ieri aveva aperto un varco nello scafo

Di Redazione |

I corpi di cinque dei sei dispersi del naufragio del superyacht Bayesian affondato al largo di Porticello, nel Palermitano, sono stati trovati dagli speleosub dei Vigili del fuoco. Le vittime, il cui bilancio sale a tre dopo il ritrovamento di Ricardo Thomas lunedì, non sono ancora state identificate. Il relitto si trova ad una profondità di 56 metri. I corpi sono dietro a mobili e materassi in una delle cabine. Secondo le prime informazioni si tratterebbe dei corpi di una donna e di un uomo, che sono stati estratti dallo scafo dopo essere stati individuati in una cabina all’interno dell’imbarcazione. Poco dopo sono stati localizzati i cadaveri di altre due persone. Poco dopo le 17 i sommozzatori hanno localizzato anche il corpo di un’altra vittima del naufragio della Bayesian. All’appello mancherebbe dunque un solo disperso. Tre cadaveri sono già stati trasferiti in banchina e caricati sulle ambulanze. Si attende ora il completamento delle operazioni di recupero e l’arrivo delle altre salme. Nel frattempo sono stati identificati i primi due corpi: si tratta del banchiere Jonathan Bloomer e dell’avvocato Chris Morvillo. Sul molo ci sono altri due corpi, secondo indiscrezioni – confermate dai media britannici – si tratterebbe del miliardario Mike Lynch e della figlia Hannah Lynch.

L’ipotesi dell’esperto

«Lo yatch Bayesian è molto probabilmente affondato per un errore umano, un atteggiamento poco idoneo ad affrontare l’eventuale arrivo di una perturbazione». È l’analisi di un esperto del settore, un ingegnere della Italian Sea Group, la società proprietaria di Perini Navi, il gruppo viareggino di cantieri che nel 2008 varò il Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello.Secondo l’esperto, che da anni lavora nel settore e che parla a titolo personale e preferisce rimanere anonimo, sarebbero diversi gli errori che potrebbero essere stati commessi: dalle mancate chiusure dello scafo ai motori spenti, fino alle persone presenti ancora in cabina. «Tra i protocolli di sicurezza basilari – spiega l’ingegnere – c’è quello di avere sempre una persona di guardia che controlla gli avvisi di burrasca, anche con la barca ferma in rada. Inoltre, anche con la tromba d’aria in arrivo, c’era tutto il tempo per salvarsi, sarebbero bastati quindici minuti per attivare tutte le misure di sicurezza».

L’inchiesta amministrativa

E’ stata aperta, come in ogni sinistro in mare, un’inchiesta amministrativa per accertare il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dalle leggi della navigazione. I militari della Guardia Costiera vaglieranno ogni aspetto relativo al rispetto al codice della navigazione e alle dotazioni di sicurezza dell’imbarcazione.L’inchiesta penale e quella amministrativa vanno in parallelo. La titolarità dell’inchiesta amministrativa è della Direzione marittima di Palermo come articolazione del ministero dei trasporti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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