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Naufragio Porticello, ecco perchè il Bayesian sarebbe affondato: «Nessuno doveva essere nelle cabine»

Per l’Ad di Italian Sea Group Giovanni Costantino, ma anche per gli investigatori, sarebbero stati commessi troppi errori umani

Di Redazione |

In attesa delle operazione di recupero del Bayesian, il veliero affondato davanti alla costa di Porticello, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera dalle quali si attendono elementi decisivi, l’attenzione di investigatori ed inquirenti si concentra sulle cause del naufragio avvenuto all’alba di lunedì in seguito a una tromba d’aria. E si fa sempre più strada l’ipotesi di una catena di errori alla base dell’incidente.Le indagini della Capitaneria di porto sono coordinate dal procuratore Ambrogio Cartosio che fin dall’inizio ha mantenuto uno strettissimo riserbo sull’inchiesta, annunciando una conferenza stampa solo per sabato prossimo. Si indaga per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni.

La presunta catena di errori umani

L’ipotesi su cui si stanno concentrando gli inquirenti sarebbe appunto quella di una presunta catena di errori umani che avrebbe provocato l’affondamento dello yacht. La deriva mobile, parzialmente alzata, potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, insieme ad alcuni portelloni aperti che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero. E ancora i motori spenti e il mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno. Di tutta questa possibile serie di errori ha parlato anche l’Ad di Italian Sea Group Giovanni Costantino, la società che ha rilevato Perini Navi, azienda costruttrice del Bayesian. «Tutto ciò che è stato fatto – dice – rivela una sommatoria lunghissima di errori. Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? Era tutto prevedibile». L’evento accaduto, aggiunge Costantino «avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave».

L’inchiesta

Sarà l’inchiesta a dare le risposte. Il Pm Raffaele Cammarano ha già interrogato tra martedì sera e ieri il comandante dello yacht, James Cutfield, e gli altri superstiti. Il capitano neozelandese avrebbe dichiarato di non essersi accorto dell’arrivo improvviso della tempesta. Resta tuttavia da capire come sia stato possibile che un’imbarcazione di 56 metri, dotata di tutte le più sofisticate tecnologie e apparecchiature radar, sia potuta colare a picco in pochi minuti, come dimostrano i video acquisiti dagli inquirenti dalle ville e da un circolo velico della zona.Una volta completate le operazioni di recupero delle sette vittime, all’appello manca soltanto Hannah Lynch, la figlia 18enne del proprietario dello yatch Mike Lynch, saranno disposte dalla procura le autopsie sui corpi all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Per questi atti irripetibili tutte le persone interessate alle indagini, sia come presunti responsabili sia come parti lese, vanno avvisate e messe in condizione di assistere, personalmente o attraverso propri legali e consulenti esperti. Ci saranno dunque le prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Le vittime e il tentativo di salvezza

Da quanto finora trapelato dall’inchiesta è emerso che anche le vittime, così come i superstiti, avevano cercato una via di fuga ma sopraffatti dall’acqua entrata nello scafo non ce l’hanno fatta. Il particolare emerge dalle posizioni e dai luoghi in cui sono stati ritrovati i corpi dai sub che stanno operando a 50 metri di profondità; erano in zona delle nave e in cabine diverse da quelle indicate dai superstiti nelle loro testimonianze raccolte dalla capitaneria di porto e dai vigili del fuoco che sono andati con una piantina dello yacht all’hotel Domina-Zagarella per farsi indicare le cabine occupate dai dispersi.Secondo i tecnici impegnati nel ricostruire quanto è successo è possibile che la barca sia affondata di prua. Poi, lentamente si sarebbe ribaltata sul fianco destro. Anche questo emergerebbe dalle testimonianze. E nella zona della prua c’erano le camere dell’equipaggio. Il corpo di Mike Lynch, recuperato oggi, è stato trovato vicino alla cabina armatoriale a poppa; a riconoscere il cadavere è stata la moglie, Angela Baccares, sopravvissuta al naufragio. La donna era arrivata a bordo di un’auto scura sul molo di Porticello. E per questa sera sono state sospese le ricerche della figlia dei coniugi Lynch. I sommozzatori dei vigili del fuoco, 27 in tutto, con turni da 12 minuti l’uno, torneranno domani mattina nei fondali dove c’è lo scafo dello yacht.

I sopravvissuti e i risarcimenti

Al momento i 15 superstiti hanno scelto di farsi seguire nella vicenda giudiziaria da una importante compagnia legale inglese che dovrebbe curare anche i delicati aspetti legati ai risarcimenti assicurativi. Tra i sopravvissuti al naufragio figura Angela Bacares, 57 anni, moglie di Mike Lynch, il magnate britannico che con i suoi amici e il legale di fiducia stava festeggiando la recente assoluzione dall’accusa di frode negli Usa. La donna è la responsabile della società proprietaria del Bayesian, il veliero gestito dal broker Camper e Nicholsons.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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