Attraverso la «lettura» della scatola nera della petroliera Vulcanello, gli inquirenti stanno ricostruendo minuziosamente i minuti durante i quali sarebbe potuta accadere la tragedia del Nuova Iside, il peschereccio della marineria di Terrasini, città costiera alle porte di Palermo, naufragato lo scorso 12 maggio nelle acque tra San Vito Lo Capo e Ustica, con tre persone a bordo: Matteo Lo Iacono (deceduto), il figlio Vito (disperso) e il cugino Giuseppe (deceduto).
In quei terribili istanti, dalle 23:00, la scatola nera della petroliera ha registrato una serie rumori netti, «compatibili con una collisione», secondo gli inquirenti. A ciò si aggiunge, dopo circa trenta secondi dalla presunta collisione, il rumore dell’apertura di una porta in plancia. il VDR registra anche «una variazione di visualizzazione dei due radar banda S e X da modalità diurna a notturna», da colore blu a nero, che rappresenta, scrivono nell’annotazione suppletiva consegnata alla Procura di Palermo gli investigatori della PG, «l’unica operazione effettuata sulla consolle radar dal personale di guardia sin dall’apparizione al radar del bersaglio, avvenuta alle 22,38 del 12 maggio. La visione notturna del radar di plancia, inoltre, «non è stata attivata per circa due ore, dalle 21».