Natale in Sicilia, tra cenone e pranzo c’è pure dell’altro oltre all’«abbuffata»

Di Redazione / 24 Dicembre 2018

Ci siamo, il Natale è servito…. Nel senso, tanto per cominciare, che a dispetto di sole e temperature che in Sicilia in questi giorni sanno più di primavera che di pieno inverno, è proprio arrivato; ma anche nel senso che già stasera consumeremo il cenone della vigilia, e domani sarà la volta del grande pranzo…. Ma a proposito, meglio il cenone o il pranzo? 

In Italia è il pranzo di Natale a vincere la sfida delle preferenze con il cenone della vigilia. A «votarlo» è il 52% contro il 38% degli italiani, interpellati con un sondaggio condotto da Swg per la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna) sulla sfida culinaria per eccellenza del Natale. Dall’indagine emerge in particolare che sono le donne a scegliere maggiormente il pranzo (53% contro il 51% degli uomini), mentre un italiano su dieci non festeggia per nulla. Si segnala inoltre, entrando nel merito dell’analisi, che il cenone della Vigilia di Natale è gradito dagli uomini per un 40% contro il 35% delle donne, dalla fascia intermedia di età tra i 35 e i 54 anni (41%) e dai residenti al Sud (52%), in Sicilia e Sardegna (47%) e nel Centro (44%). A privilegiare il pranzo sono invece i più giovani compresi nella fascia tra i 18 e i 34 anni e i residenti nel Nord-Est (66%) e nel Nord-Ovest (57%).

In tema di dolci, poi, sulle tavole degli italiani – da Nord a Sud e viceversa – trionfatori in assoluto, si capisce, panettoni e pandori, in Sicilia però sempre più spesso graditi con un cuore di gelato, e quest’anno il clima a maggior ragione “spinge” questa preferenza…. E sempre nella nostra Sicilia, capace di sfornare panettoni che spopolano pure nella Milano “patria” del tipico dolce natalizio, pasticcieri autentici maestri dell’arte regalano delizie il cui segreto è innanzitutto proprio l’uso di materie prime siciliane d’eccellenza. E poi, sempre da noi, non mancheranno in questi giorni sulle tavole i buccellati di Enna (i dolci tipici ripieni di fichi secchi), le cassate, i cannoli, i mustazzoli a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano e la cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle)….

Un’altra analisi – frutto di dati elaborati dall’Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Sicilia – intanto ci dice che il food artigianale Made in Sicily “vola” e che è boom di vendite nel periodo di Natale. In Sicilia si stima per dicembre una spesa delle famiglie in prodotti alimentari e bevande di 1.055 milioni di euro: 175 milioni in più rispetto al consumo medio mensile. I siciliani sono al settimo posto tra gli italiani che spendono di più per gli alimentari. La spesa per prodotti alimentari artigianali è stata calcolata in 103 milioni di euro nella provincia di Palermo, 89 milioni a Catania, 57 milioni a Messina, 36 milioni ad Agrigento, 35 milioni a Trapani, 34 milioni a Siracusa, 27 milioni a Ragusa, 22 milioni a Caltanissetta e 14 milioni a Enna.

L’Isola recita un ruolo da protagonista anche nell’export del food and beverage, collocandosi in terza posizione (dopo Valle d’Aosta e Basilicata) tra le regioni italiane con la maggiore crescita negli ultimi sei mesi: +12,8%. Nel’’ultimo anno (dal III° trimestre 2017 al II° trimestre 2018) l’export di prodotti alimentari e bevande vale per la Sicilia qualcosa come 623 milioni di euro. Una produzione riconducibile in massima parte a imprese artigiane, che si trovano soprattutto nelle aree rurali.

I primi dieci Paesi di destinazione dei prodotti realizzati da queste imprese (73,8% dell’export) sono nell’ordine Stati Uniti (14,6%), Germania (14,4%), Francia (10,4%), Giappone (7,0%), Paesi Bassi (6,7%), Regno Unito (4,9%), Spagna (4,5%), Malta (4,3%), Svizzera (4,0%) e Belgio (2,9%). Gli aumenti più accentuati delle esportazioni si rilevano per Paesi Bassi (+26,1%), Stati Uniti (+15,2%), Germania (+13,4%) e Giappone (+12,6%). A livello provinciale, l’incremento più alto della domanda estera per eccellenze del food Made in Sicily si registra a Ragusa (+37,9%), seguono Catania (+18,3%), Agrigento (+16,8%) e Caltanissetta (+16,8%). 

Un’ultima cosa, purtroppo amara, in chiusura. Viene da Giarre (Catania) dove un gesto senza precedenti sta suscitando sconcerto e indignazione nella comunità locale: ignoti stamane all’alba hanno dato fuoco al ceppo di Natale in piazza Duomo, sfregiando la comunità giarrese. Un uomo sarebbe stato notato agire attorno alle 4 mentre versava probabilmente della benzina cui avrebbe dato fuoco per poi fuggire a piedi. Il “focolare” di piazza Duomo è stato spento dai volontari vigili del fuoco di Linguaglossa intervenuti, assieme ai carabinieri di una pattuglia, sulla scorta di numerose segnalazioni al 115. Diffusasi la notizia, a Giarre semplici cittadini, attivisti di associazioni, assieme all’assessore alla Cultura Patrizia Lionti, si sono mobilitati per cercare di recuperare nuova legname e allestire il ceppo natalizio la cui tradizionale accensione è in programma per questa sera alle 19.30 alla presenza del sindaco, Nino Russo, che sui social ha espresso la propria amarezza per quanto accaduto: «È l’antitesi del Natale. La luce non è entrata nei loro cuori. Sono rimasti nelle tenebre della rabbia e del non senso. Provo solo sentimenti di tristezza e di pietà».

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