CATANIA – «Offesi nella dignità di Popolo Sovrano di questo Stato». È durissima la reazione dell’associazione Antimafie “Rita Atria” all’intervista del console americano, Colombia Barrosse, pubblicata sabato sul nostro giornale, con alcune dichiarazioni sul Muos di Niscemi. Parole che hanno alzato al massimo l’attenzione dell’associazione protagonista, tra l’altro, delle più importanti vittorie giudiziarie che hanno condotto al sequestro disposto dalla Procura di Caltagirone. L’associazione ha scritto ai parlamentari italiani per denunciare «l’insopportabile aggressione nei confronti delle Istituzioni Italiane» nelle parole del diplomatico statunitense. Con tre riferimenti: «In primis il Parlamento, mai nominato nelle sue parole e successivamente la Magistratura ritenuta ostaggio di piccoli gruppi minoritari di contestatori in malafede, per finire con la Scuola ritenuta soggetta passivamente alle intimidazioni di “piccoli gruppi” di dissidenti».
L’associazione contesta con orgoglio l’«insopportabile mistificazione di voler ridurre ad un “piccolo gruppo di persone” quella che è stata una progressiva mobilitazione popolare di uomini e donne, di ogni età ed estrazione sociale». Dunque, «essere etichettati come “piccolo gruppo di persone che strumentalizza” ci offende profondamente perché è un chiaro senso di mancanza di rispetto e di sfacciato antagonismo di rappresentanti governativi degli Usa per la crescita di consapevolezza democratiche tra i Cittadini di un altro Paese Sovrano», scrive l’associazione ai parlamentari.
Poi la ricostruzione di un episodio raccontato nell’intervista: «La Console arriva a definire “intimidazioni” la attività informativa dei rappresentanti No-Muos in una scuola di Niscemi solo perché hanno sostenuto in quelle sedi le ragioni affinché la scuola non partecipasse ad una visita organizzata alla base di Sigonella. E c’è da ritenere invece che professori e dirigenti della scuola siano abbastanza adulti ed autonomi da saper valutare con indipendenza se una proposta sia praticabile e non si siano sentiti intimiditi dalle “minoranze di facinorosi” i quali non hanno certo occupato violentemente quella scuola – ma vi sono stati accolti – per rappresentare a docenti e studenti le proprie riserve su una visita già fissata ad una base militare, al fine invitare quei docenti e quegli studenti e studentesse a rinunciarvi».
Oltre a quello sulle «dimenticanze» del diplomatico Usa («non compare affatto la circostanza che nell’affidamento dei lavori non fossero state rispettate le norme antimafia a garanzia della esclusione delle attività criminali da contesti di appalti milionari»), molto duro un altro passaggio: «La Console ritiene che i pronunciamenti della Magistratura abbiano assecondato “poche persone” che non avrebbero solo strumentalizzato una scuola ma anche la stessa Magistratura giocando su presupposti “non fattuali, non scientifici e non logici”, che la Magistratura avrebbe pedissequamente assecondati e fatti propri senza alcuna base di logica, di fattualità e scientificità. Poveri Giudici trattati alla stregua di poveri mentecatti in balia di minoranze astiose e politicamente antagoniste! ».
Due le richieste dell’associazione “Rita Atria” ai parlamentari nazionali. La prima: «Promuovere un ordine del giorno Parlamentare in cui oltre a stigmatizzare con serietà e preoccupazione le affermazioni della Console, si impegni il Governo a presentare una formale protesta presso l’Ambasciatore Americano, per la rinnovata ed immotivata intrusione ed interferenza negli affari interni della nostra Repubblica da parte di un rappresentante diplomatico di quel Paese».
La seconda: «Invitare il Governo a promuovere un aperto dibattito Parlamentare sui trattati internazionali cui ci si ritenga vincolati pur senza alcuna approvazione parlamentare, per riaprire finalmente la questione dei protocolli sottoscritti e mai comunicati al Parlamento benché abbiano avuto non pochi effetti sulla popolazione italiana».
Intanto anche il collegio dei legali del movimento No Muos (avvocati Paola Ottaviano, Nello Papandrea, Monica Foti, Carmelo Picciotto, Goffredo D’Antona, Nicolò Vignanello Nicola Giudice) replica al Console statunitense: «Alla console – è scritto in una nota) va ricordato che l’Italia è uno stato di diritto nel quale anche le azioni dei governanti debbono sottostare alle leggi e, in caso di loro violazione, sono sottoposte al giudicato dei tribunali. Nel caso del Muos basta l’evidenza della pronuncia del Tar e del sequestro disposto dalla magistratura penale a smentire quanto sostenuto dalla console Barrosse riguardo il rispetto della normativa Italiana».
«Crediamo quindi – proseguono i legali – che la console debba essere richiamata ad un maggiore rispetto del Paese che la ospita, partendo dal rispetto della volontà della sua popolazione che non può essere rappresentata come una massa decerebrata sobillata da pochi facinorosi antiamericani, per risalire alle sue istituzioni che non sono rappresentate solo dal suo governo ma anche dalla sua magistratura. La console Usa non può in alcun modo arrogarsi il diritto di stabilire la competenza dei tribunali nel nostro paese, mettendo in discussione la legittimità dei giudicati dei tribunali regionali».
Secondo gli avvocati del movimento, quello della Console è «un atteggiamento arrogante ma che non intimidisce minimamente l’intero movimento No Muos, che forte delle proprie ragioni continuerà la sua battaglia fino alla fine, considerato anche che nessun trattato internazionale legittimamente approvato nelle forme previste dalla Costituzione, obbliga l’Italia al mantenimento delle basi ad uso esclusivo Usa sul nostro territorio».
twitter: @MarioBarresi