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Muore durante laparoscopia, medico assolto in appello: «Non era in sala operatoria»

Di Redazione |

La corte d’appello di Palermo, ribaltando la sentenza di primo grado, ha assolto dall’accusa di omicidio colposo l’ex chirurgo del Policlinico Matteo Arcara, ora in pensione. Il giudice monocratico lo aveva condannato a un anno di carcere e 50mila euro di risarcimento a titolo di provvisionale. La corte ha annullato, oltre alla pena detentiva, anche le statuizioni civili. Il medico era difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio. La vicenda risale al 2009 quando una donna morì dopo un intervento di colecistectomia in laparoscopia. Alla paziente durante l’operazione per errore fu reciso il coledoco. Il chirurgo, Giuseppe Di Vita, accortosi dell’incidente chiamò in sala operatoria Arcara che intervenne in emergenza. La donna morì nei giorni seguenti. Di Vita, che ha patteggiato una condanna per omicidio colposo e falso, scrisse nel documento operatorio che alla laparoscopia era presente anche Arcara, intervenuto invece successivamente. Al medico si contestò inoltre un comportamento negligente nella fase post operatoria. Non avrebbe seguito la paziente come avrebbe dovuto. Il suo legale, oltre a provare che l’imputato non era presente durante la laparoscopia, ha dimostrato che la sua assenza nella fase successiva all’operazione era determinata dalle sue cattive condizioni di salute. Arcara, che stava seguendo una terapia, non poteva essere in reparto, come provato da una documentazione medica. Il chirurgo è stato assolto per non aver commesso il fatto.

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